Quando mia nonna, Rebbetzin Rivka, aveva diciotto anni (nel 5611, 1851) si ammalò, il medico le prescrisse di mangiare subito appena sveglia.
Lei, però, non volle mangiare prima di aver fatto le tefillòt del mattino, così quando si alzava al mattino presto prima pregava e poi faceva la prima colazione.
Quando suo suocero, lo Tzemach Tzedek, lo venne a sapere, esclamò:
"Un ebreo deve essere sano e forte, la Torà dice dei precetti 'e vivrai con loro', il che significa che bisogna portare vitalità nelle mitzvòt, e farle con forza e gioia!"
Poi ha concluso: "Non bisogna restare senza mangiare..
meglio mangiare, pensando alla tefillà che si andrà a fare, piuttosto che fare la tefillà pensando al mangiare";
poi la benedisse con una lunga vita. [è nata nel 5593 (1833) ed è morta il 10 di Sh'vat 10 5674 (1914)].
Mio padre ha detto questo insegnamento dello Tzemach Tzedek a qualcuno in yechidùt, aggiungendo: "E tutto va sempre fatto con gioia!".