Lezione del Giorno: Hayom Yom

Il termine "chassìd" è così antico che i Saggi lo riportano all'appellativo dato ad Adam HaRishòn, il primo uomo.

Esso descrive la perfezione e l'eccellenza nell'intelligenza o nei tratti del carattere e delle emozioni, o in entrambi.

Tuttavia, nella dottrina chassidica Chabad l'appellativo "chassìd" si riferisce a chi riconosce la propria essenza e i propri limiti nella conoscenza e nello studio della Torah, così come nell'osservanza delle mitzvòt.

Il chassìd Chabad è ben conscio in ciò in cui è mancante e se ne preoccupa dandosi attivamente da fare per rimediare, ed è diligente e obbediente nella "accettazione del Giogo Divino".

Lo Tzemach Tzedek disse, dopo la conclusione della precedente narrazione (Hayom 20 Adàr II):

"Mio nonno, l'Alter Rebbe, è il Moshè Rabèinu della chassidùt Chabad.

I nostri saggi dicono che la Torà fu data a Moshè, ma il Profeta si comportò con generosità condividendola con il popolo di Israele.

Il "costante fuoco" Divino, riferito all'insegnamento della chassidùt Chabad, fu dato dal Magghìd a mio nonno; mio nonno si comportò generosamente e lo diede a chiunque si occupa dello studio della chassidùt.

Io sono assolutamente certo, che chiunque insegni ad un altro, suscitando in lui questo "costante fuoco" Divino, vedrà assicurato il suo compenso, questo suo merito non cesserà mai di esistere.