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La Mitzvà del Giorno

Day 2: Principle 1, 2, 3

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1o Principio

1. Non includere precetti Rabbinici in questa lista. Ad esempio, accendere le candele di Chanukkà o dire Hallèl.

Sembra ovvio, poiché il Talmùd dice che le 613 mitzvòt “sono state date a Moshè al Sinai” e le mitzvòt rabbiniche sono state istituite più avanti nel tempo. A dire il vero, seguiamo i precetti rabbinici per via di un ordine biblico: “Non devierai dalla parola che essi ti diranno, nè a destra nè a sinistra” (Deuteronomio 17:11). Pertanto prima di fare una mitzvà rabbinica, diciamo una benedizione dove ringraziamo D-o per “santificarci con i Suoi comandamenti e comandarci di ...”.

Ciò nonostante, i precetti rabbinici non sono inclusi nel conteggio dei 613 (e sono considerati in una categoria che ha diversi risvolti halachici).

2o Principio

2. Non includere leggi che derivano da uno dei Tredici Principi dell’esegi della Torà.

Ogni parola e ogni lettera nella Torà è precisa, e i Saggi dedurrono numerose leggi semplicemente da una lettera o una parola in più o mancante; oppure da un’ordine specifico che la Torà sceglie di usare. Tuttavia, a meno che i Saggi dicono esplicitamente che una legge particolare che hanno scoperto, è considerato biblico, non viene incluso nella lista di 613 precetti.

Per esempio, l’obbligo di dare onore agli suoceri è un precetto derivato dalla parola aggiuntiva et nel vesetto. Nonostante la Torà allude al concetto, non è considerato un comandamento biblico.

3o Principio

3. Non contare mitzvòt che non sono obbligatorie per tutte le generazioni. Ad esempio le leggi riguardo lo smantellamento del Tabernacolo o la proibizione di dichiarare guerra su Amòn e Moav, una direttiva che era applicabile solo agli Israeliti nel deserto.

La parashà
Parshah Behàr
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