Non contare le volte che un comandamento è menzionato nella Torà, ma solo l’atto proibito o comandato.
Alcuni comandamenti sono ripetuti diverse volte nella Torà. Ad esempio, il comandamento di riposare di Shabbat viene menzionato dodici volte mentre il divieto di consumare sangue viene ripetuto sette volte. Nondimeno, quando si contano le 613 Mitzvòt, si includono azioni proibite o vietate, una volta.
(Le eccezioni alla regola sono quei casi dove i Saggi hanno dedotto che ripetere un comandamento particolare ha lo scopo di proibire o dare istruzioni riguardo un’altra azione. In tal caso, il verso [apparentemente] ripetitivo viente contato come una mitzvà a parte, perché di fatto sta dando istruzioni riguardo un concetto diverso da quello menzionato nel primo versetto.)
Da notare che si contano le azioni proibite espressamente menzionati nella Torà, e non quante volte sono menzionate. A volte la Torà menziona un divieto usando termini generici, se esso include più di un’azione. Ad esempio, “Non mangerai sopra il sangue” (Levitico 19:26). Questo ci insegna di non mangiare la carne di un sacrificio prima che il sangue viene spruzzato sull’altare; di non mangiare nessuna carne di un animal eprima che la sua anima (che si trova nel suo sangue) è completamente defunto; che chi fa parte di una corte non può mangiare nel giorno quando pronunciano una sentenza di morte e altri. Tutte queste azioni sono proibite ma non fanno parte delle 613 mitzvòt perché non sono menzionate nella Torà.