Alla luce di ciò che è stato detto qui sopra, si può comprendere bene la decisione della Halakhà, inserita tanto nel Talmùd quanto nei Codici, che la meditazione non può sostituire l'articolazione verbale; sicchè, se uno ha recitato lo Shemà’ solo nella sua mente ed a memoria, anche con la più intensa concentrazione (kavvanà), egli non ha compiuto il suo dovere ed è obbligato a recitarlo di nuovo [oralmente].

Lo stesso vale per il rendere grazie dopo i pasti, ordinato dalla Torà, per le altre benedizioni istituite dai Rabbini, e per le preghiere. Al contrario, se si sono pronunciate con le labbra,

ma senza che il cuore vi prendesse parte, si è adempiuto al proprio dovere ex post facto, e non si ha l'obbligo di ripeterle, fatta eccezione per il primo versetto dello Shemà' e per la prima benedizione dell' 'Amidà. Cosi è stato stabilito all'inizio del Capitolo II di Berakhòt1:

"Fino a qui si applica il precetto dell'intenzione (kavvanà); da qui in poi vale quello della recitazione", e cosi via.

La ragione è che la neshamà non ha bisogno per se stessa di tiqqùn ( purificazione)2 a mezzo [dell'adempimento] dei precetti, ma ha solo da illuminare e purificare l'anima vitale ed il corpo a mezzo delle lettere delle parole che la nefesh pronuncia con l'aiuto dei cinque organi dell'articolazione verbale. Ed altrettanto vale per i precetti riguardanti azioni, che la nefesh compie con [l'aiuto di] altri organi del corpo.

פרק לח

וְהִנֵּה, עִם כָּל הַנִּכְתָּב לְעֵיל, יוּבַן הֵיטֵב פְּסַק הַהֲלָכָה הָעֲרוּכָה בַּתַּלְמוּד וּפוֹסְקִים דְּ"הִרְהוּר לָאו כְּדִבּוּר דָּמֵי",

וְאִם קָרָא קְרִיאַת שְׁמַע בְּמַחֲשַׁבְתּוֹ וּבְלִבּוֹ לְבַד, בְּכָל כֹּחַ כַּוָּונָתוֹ – לֹא יָצָא יְדֵי חוֹבָתוֹ וְצָרִיךְ לַחֲזוֹר וְלִקְרוֹת,

וְכֵן בְּבִרְכַּת הַמָּזוֹן דְּאוֹרַיְיתָא,

וּבִשְׁאָר בְּרָכוֹת דְּרַבָּנָן, וּבִתְפִלָּה;

וְאִם הוֹצִיא בִּשְׂפָתָיו וְלֹא כִּיוֵּן לִבּוֹ – יָצָא יְדֵי חוֹבָתוֹ בְּדִיעֲבַד, וְאֵין צָרִיךְ לַחֲזוֹר,

לְבַד מִפָּסוּק רִאשׁוֹן שֶׁל קְרִיאַת שְׁמַע וּבְרָכָה רִאשׁוֹנָה שֶׁל תְּפִלַּת שְׁמוֹנֶה עֶשְׂרֵה,

וְכִדְאִיתָא [בְּרֵישׁ פֶּרֶק ב' דִּבְרָכוֹת]: "עַד כָּאן מִצְוַת כַּוָּונָה, מִכָּאן וְאֵילַךְ מִצְוַת קְרִיאָה וְכוּ'".

וְהַיְינוּ, מִשּׁוּם שֶׁהַנְּשָׁמָה אֵינָהּ צְרִיכָה תִּיקּוּן לְעַצְמָהּ בַּמִּצְוֹת,

רַק, לְהַמְשִׁיךְ אוֹר – לְתַקֵּן נֶפֶשׁ הַחִיּוּנִית וְהַגּוּף

עַל יְדֵי אוֹתִיּוֹת הַדִּבּוּר שֶׁהַנֶּפֶשׁ מְדַבֶּרֶת בְּה' מוֹצָאוֹת הַפֶּה, וְכֵן בְּמִצְוֹת מַעֲשִׂיּוֹת שֶׁהַנֶּפֶשׁ עוֹשָׂה בִּשְׁאָר אֵבְרֵי הַגּוּף: