La sera del 25 Kislev, accenderemo la prima candela di Chanukà. Dopodiché ogni sera, per altre sette sere, aggiungeremo una fiammella raggiungendo così otto fiamme (oltre allo shamash, candela servitore) l'ottava ed ultima sera. Da qusta funzione si trae un importante messaggio: bisogna sempre aumentare la nostra conoscenza della Torà che è la vera luce.
Poiché Chanukà si celebra ogni anno, ogni anno esso porta per noi una nuova lezione ed una rinnovata ispirazione.
Quando i re greci regnavano in Siria, al crudele re Antiochus venne in mente di far abbandonare agli Ebrei la loro religione, la Torà e le Mitzvot. Tutte le nazioni di allora, i Greci, i Romani, i Siriani erano idolatre e non capivano come gli Ebrei potessero servire un D-o solo, oltretutto invisibile, che comandava loro di santificare un giorno alla settimana, lo Shabbat, proibendo qualsiasi lavoro e ordinando di mangiare solo dati cibi (Kasher) vietandone altri (Taref).
Re Antiochus si credeva il re più potente ed intelligente che fosse mai esistito e si propose di far osservare a tutti i popoli, nonostante fossero tanto diversi fra loro, gli stessi riti e le stesse usanze. Egli aveva un potente esercito ai suoi ordini grazie al quale era sicuro di poter sottomettere tutte le nazioni inclusi gli Ebrei. Quindi decretò che era proibito servire Hashem, studiare la Torà, osservare lo Shabbat e le altre Mitzvot, da quel momento bisognava adorare gli idoli, mangiare Taref e diventare come tutti i Greci. La disobbedienza sarebbe stata punita con la morte.
Alcuni Ebrei ebbero paura di disobbedire, non volevano morire, altri cercarono addirittura di ingraziarsi il re per ottenere regali e favori. Ma c'erano tanti Ebrei per i quali le ricchezze ed il potere non avevano importanza se il loro prezzo era abbandonare la Torà ed il loro modo di vivere che tramandavano dal tempo di Moshè.
Per questi Ebrei una vita senza Torà e Mitzvot era peggio della morte e molti di loro affrontarono la morte coraggiosamente come il vecchio Elazar. Un'altra eroina fu Chanà che fu convocata al palazzo del re con i suoi sette figli. Ad ognuno di loro il re offrì ricompense e lauti doni, purché si inchinassero all'idolo accanto a lui, ma tutti questi valorosi giovani preferirono morire per santificare il nome di Hashem.
Antiochus provò ad ingannare il più piccolo chiedendogli di abbassarsi per raccogliere l'anello che aveva sbadatamente fatto cadere davanti alla statua, ma il furbo piccino non cascò nel tranello ed anche lui fu condotto alla morte davanti agli occhi della sua eroica mamma che fino all'ultimo lo aveva implorato di non abbandonare la sua fede pur essendo l'unico figlio che le era rimasto.
La situazione peggiorava sempre più ed ormai erano pochi gli Ebrei rimasti, la maggior parte era fuggita o era stata uccisa. Un giorno, nel villaggio di Modiin dove vivevano Mattityahu, il sommo Sacerdote, con i suoi cinque figli, arrivarono i soldati del re che eressero un altare nella piazza del paese ed ordinarono alla gente di sacrificare agli idoli.
Furioso, Mattityahu attaccò i soldati, li mise in fuga e proclamò l'inizio della rivolta. Sotto la guida dei Chashmonaim (Asmonei, nome della famiglia di Mattityahu) si formò un piccolo ma coraggioso esercito di valorosi Ebrei decisi a difendere l'onore di Hashem.
E Hashem fece loro dei grandi miracoli: i pochi conquistarono i molti, i deboli sconfissero i forti, poiché essi erano forti nello spirito e combattevano per Hashem e la Torà. Quando finalmente l'usurpatore fu cacciato, Gerusalemme fu riconquistata ed il Bet Hamikdash fu ripulito e risantificato. Chanukà infatti significa inaugurazione.
Solo allora poterono riaccendere la Menorà con l'olio d'oliva dell'unica ampolla che era stata miracolosamente trovata ancora sigillata e perciò non era stata profanata dal nemico. Ed ecco che accadde il miracolo più grande dei precedenti: l'olio, che normalmente sarebbe bastato per un giorno solo durò per i ben otto giorni necessari per preparare l'olio puro nuovo.
Di nuovo Hashem aveva dimostrato il Suo infinito amore per il Suo popolo ed aveva indicato che fin quando c'è ancora un po' d'olio puro Hashem provvede che la sua luce non Si spenga mai.
Ogni anno accendiamo i lumi di Chanukà per otto giorni e queste fiamme non muoiono mai. La luce della Torà illumina dai tempi più remoti fino ad oggi e fintando gli Ebrei saranno determinati a mantenerla viva, Hashem darà loro la forza per superare qualsiasi ostacolo o nemico. È per questo che Chanukà è una delle festività più significative e le sue fiammelle ci infondono coraggio, luce e felicità.
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