Rosh Hashanà è alle porte. Per prepararsi a questo giorno solenne si fanno grandi spese, s'invitano amici e parenti, si mandano biglietti e messaggi di auguri per l’anno nuovo. Questa è l’atmosfera che si vive nei giorni che precedono il capo d’anno ebraico. È bene evitare il rischio che i preparativi facciano perdere di vista il vero significato di questa ricorrenza ovvero l’essenza del giorno con cui si apre l’anno ebraico.
La vera preparazione a Rosh Hashanà comincia un mese prima. Il mese di Elul infatti è considerato il momento più adatto per fare Teshuvà (ritorno verso Hashèm): si recitano le Selichòt e si aggiungono preghiere. Il fatto che la preparazione a questa ricorrenza duri un mese intero dimostra quanto essa sia importante.
I giorni di Rosh Hashanà e di Yom Kippùr vengono chiamati ‘Yamìm Noraìm - i giorni che intimoriscono, poiché sono giorni di giudizio. I nostri saggi z”l insgnano che Hakadòsh Baruch Hu “si siede sul trono del giudizio ed i libri dei vivi e dei morti vengono aperti dinanzi a Lui”. Questi sono i giorni in cui viene deciso il nostro destino nell’anno a venire. Ci è chiaro quindi che dobbiamo dimostrare un grande e sincero ravvicinamento a D-o, concentrandoci nelle preghiere e nelle buone decisioni in modo di meritare di essere tutti scritti nel libro della vita buona per un anno buono e dolce.
Rosh Hashanà è il giorno del giudizio in cui viene segnato il destino di ogni creatura nell’universo per l’anno successivo, ma è anche il giorno in cui incoroniamo Hashèm come D-o del mondo intero; nelle preghiere di questo giorno infatti recitiamo diverse volte: “Regna sul mondo intero con il Tuo onore”. Accettando D-o come Re, sottomettendoci a Lui ed incoronandoLo, facciamo sì che Egli ci dia la benedizione necessaria per l’anno nuovo.
In realtà, accettiamo su di noi il regno Divino tutti i giorni dell'anno quando recitiamo lo Shemà: qual è allora la differenza tra la sottomissione di Rosh Hashanà e quella di tutto l'anno? Lo Shemà consiste in un'accettazione individuale del singolo uomo che, leggendo lo Shemà e dicendo ‘Hashèm Echad - D-o è uno ’, accetta D-o come re. L’accettazione di Rosh Hashanà non è riferita al singolo ma D-o viene incoronato come re su tutto il Suo creato, e ciò avviene con il suono dello Shofàr. Suonando lo Shofàr infatti ‘invitiamo’ D-o a regnare nel mondo che Egli ha creato ed essere così riconosciuto da tutte le Sue creature.
Accettare un re consiste nell’accettare i suoi ordini e le sue volontà; allo stesso modo accettare Hashèm come re consiste nell’eseguire in modo incondizionato i Suoi precetti, dimostrandoGli che Lo accettiamo con gioia e felicità e non per oppressione, e questa gioia scaturisce dalla consapevolezza di essere stati scelti tra tutti i popoli come popolo prediletto e come servitori del Re dei re Hakadòsh Baruch Hu.
Meriteremo così tutti un anno nuovo pieno di felicità e un anno di redenzione. Leshanà tovà tikatevu vetechatemu!
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