Rosh Hashanà è il giorno in cui D-o ha completato la creazione del mondo, ed è stato proclamato da D-o come giorno del giudizio, giorno, cioé, durante il quale D-o giudica ogni singolo uomo e il mondo intero e decide di conseguenza quale sarà il destino indivudale e collettivo per il nuovo anno. Il periodo che precede Rosh Hashanà è quindi dedicato al riesame dellal propria condotta, all’esame di coscienza e al proponimento di migliorarsi ed elevarsi: tutto questo, accompagnato dalla preghiera e dalla tzedakà, attira un giudizio favorevole da parte del Tribunale Celeste. Il suono dello Shofar che caratterizza questa ricorrenza del capodanno ha lo scopo di scuotere e risvegliare gli animi e riavvicinarli al Creatore.
La parola ‘giudizio’ per sua natura incute timore. L’uomo non è perfetto, errori anche involontari o commessi in buona fede ce ne saranno sempre, sbagli commessi magari con consapevolezza ma per superficialità…come rimediare a tutto ciò in così poco tempo? Come rivedere la condotta di un anno intero, magari basata su uno stile di vita ormai acquisito da tempo?
È noto che siamo giudicati dagli altri con lo stesso metro con cui noi giudichiamo gli altri: un’attitudine benevola nei confronti del prossimo ci rende ben accetti agli occhi degli altri. Analogamente, una maggior scrupolosità nel seguire i precetti Divini fa si che D-o esaudisca i nostri desideri con la stessa attenzione. Anche nei confronti di noi stessi dobbiamo essere severi ma non troppo, per ottenere un giudizio favorevole. Il nostro esame di coscienza deve essere sincero, deve portarci a individuare le nostre mancanze ma non deve scoraggiarci. La consapevolezza dei propri difetti deve servire infatti a decidere di migliorarsi, e la capacità dell’uomo di sollevarsi dopo una ‘caduta’ spirituale è straordinaria.
L’uomo ha difetti ma anche pregi ed enormi potenzialità spesso solo nascoste. Guardando dentro i nostri animi scorgeremo queste potenzialità ed affronteremo l’anno che ha inizio con la serenità e la sicurezza di chi ha fiducia in se stesso. Rosh Hashanà infatti è una ricorrenza solenne ma non triste, l’atmostfera che l’accompagna deve essere festiva e lo stato d’animo sereno e non d’angoscia, poiché sarà lo stesso stato d’animo che ci accompagnerà durante tutto l’anno. La serenità è data dalla certezza che i nostri buoni propositi per il futuro saranno accolti con favore dall’Onnipotente, che ci compenserà con un giudizio benevolo nei nostri confronti.
Auguri di Shanà Tovà, di salute, prosperità e serenità, nella speranza e nella convinzione che quest’anno segni la fine di tante sofferenze per gli Ebrei di Roma e per tutti, l’inizio di una nuova era per tutta l’umanità con l’avvento di Mashiach.
Di Deborah Cohenca
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