Il mese di Tishrèi si divide in due parti:

la prima metà – Rosh Hashanà, i dieci giorni di Teshuvà e Yom Kippur - sono giorni in cui si serve D-o con timore, amarezza e annullamento del proprio ego.

la seconda metà - che comprende i giorni di Sukkot con Hoshannà Rabbà e Simchat Torà - sono giorni in cui invece si serve D-o con gioia e allegria, addirittura l’essere felici in questi giorni è una mitzvà, com’è scritto: “E gioirai nella tua festa e sarai solo felice”.

Queste due metà sono opposte solo in apparenza; in realtà hanno degli elementi in comune. Vi sono due concetti in particolare che Sukkot rappresenta e che ricordano i giorni solenni e seri di Rosh Hashanà e Yom Kippur.

Rosh Hashanà – la mitzvà principale è quella del suono dello shofàr. I suoni da emettere in totale sono 100, di cui 60 sono Tekiot (suono lungo), 20 sono Shevarìm (3 suoni corti) e altri 20 Teruot (vari suoni spezzettati). La parola Sechàch - che indica il tetto della sukkà - è composta da tre lettere ebraiche il cui valore numerico è 60, 20 e 20: proprio come i suoni dello shofàr!

Yom Kippur – la funzione che veniva svolta in questo giorno nel Beth Hamikdash di Yerushalaim era la Ketoret (l’incenso). L’incenso doveva formare una nuvola di fumo nel santo dei santi, e questa nuvola ricorda le nuvole che avvolsero gli ebrei nel deserto. Anche la Sukkà viene costruita per ricordare queste nuvole.

I giorni che trascorrono tra Rosh Hashanà e Yom Kippur sono sette, come sette sono i giorni di Sukkot.

Quest'attinenza tra le due metà dl mese di Tishrè ci insegna in modo generale come deve svolgersi durante tutto l’anno il servizio verso D-o.

Inizialmente dobbiamo avere timore di D-o, riconoscendo la Sua grandezza ed il suo regno nel mondo. Successivamente dobbiamo provare verso di Lui un sentimento di amore portando quindi entusiasmo e gioia nel Suo servizio.

(Tratto da una sichà del Rebbe di Lubavitch, Likkutè Sichòt vol. 2)