La codificazione della legge ebraica

Se il Rambam non avesse scritto che il Commentario sulla Mishnà, questo sarebbe bastato a renderlo immortale in seno al popolo ebraico. Ma appena ebbe terminato quest'opera intraprese un progetto ancora più ambizioso, la codificazione della Legge Ebraica.

Qualche anno prima Rabbi Yitzhak Alfasi (noto come il Rif) fece il primo passo essenziale verso la codificazione delle leggi del Talmud. Determinare direttamente dal Talmud, con i suoi svariati pareri ed opinioni, la definitiva regola halahica su di un dato argomento, era al di fuori della capacità della persona media, anzi, di chiunque tranne del più grande studioso. Rabbi Yitzhak Alfasi attinse dal Talmud i passi legali e le opinioni autorevoli, tralasciando le intricate discussioni degli Amoraim e tutto il materiale non halachico, e li organizzò più o meno nello stesso ordine e forma, citandoli con le stesse parole del Talmud e, dove necessario, indicando l'halachà. L'aver determinato l'halachà definitiva fu effettivamente un risultato notevole. Tuttavia il suo metodo di codificazione seguiva l'ordinamento talmudico e non un sistema tematico in cui tutte le leggi su uno stesso argomento sono raggruppate in un medesimo capitolo.

Col passare degli anni si faceva fortemente sentire la necessità di un codice pratico, ordinato più sistematicamente.

Presentare il primo codice completo e tematico, contraddistinto da un'insuperabile chiarezza, dell'intera legge ebraica, fu il più grande compimento del Rambam.

Secondo le parole dello stesso Rambam nell'introduzione al Mishnè Torà: “In questo tempo sono aumentate le sofferenze del nostro popolo. La saggezza dei saggi è scomparsa e la saggezza dei nostri eruditi è offuscata. Così i commentari, le compilazioni delle Leggi ed i Responsa dei Gaonim, che essi pensavano facili da capire, sono divenuti nella nostra epoca difficile e non vi sono che poche persone in grado di comprenderli correttamente. Per questo motivo, io Moshè ben Maimon, il Sefardita, mi sono cinto le reni e, poggiando sull'aiuto dell'Onnipotente, che Sia benedetto, ho studiato a fondo le loro opere ed ho deciso di compilare i risultati che

da esse ho ottenuto riguardo a ciò che è permesso e vietato, a ciò che è puro ed impuro, e tutte le altre leggi della Torà, in un linguaggio chiaro e conciso in modo che l'intera Torà Orale sia ordinata sistematicamente per tutti. (Non citerò) le domande e le risposte e le discussioni tra pareri diversi... ma solo le leggi stesse in maniera chiara e succinta, conformemente alle conclusioni ottenute da tutti questi trattati e compilazioni esistenti dal tempo di Rabbi Yehuda Hanassi fino ai nostri giorni, in modo che le leggi siano tutte accessibili a giovani e vecchi, siano esse precetti biblici o decreti dei Saggi e dei Profeti.

In breve (il mio scopo nel comporre questo codice è) che nessuno debba aver bisogno di ricorrere ad altri libri per qualsiasi argomento di Legge Ebraica, ma che questa raccolta contenga l'intera Legge Orale, compresi i decreti, le ordinanze e gli usi istituiti dal tempo di Moshè Rabbeinu fino alla redazione dei Talmud, così come i Gaonim ce li hanno esposti in tutti i loro libri successivi al completamento del Talmud. Pertanto ho chiamato quest'opera Mishnè Torà (Seconda Legge alla Torà) perché bisogna prima leggere la Torà scritta, poi questo codice, e si saprà allora tutta la Legge Orale, senza bisogno di consultare alcun altro libro.”

Il Sefer Hamitzvòt

Prima di dare inizio all'immane lavoro consistente nel codificare l'intero contenuto halachico della letteratura Biblica, Talmudica e Gaonica, Rambam compose un'altra opera halachica chiamata Sefer Hamitzvòt (il Libro dei Comandamenti). È una specie d'introduzione al Mishné Torà, ma è anche un'importante opera in se stessa, ed è il secondo dei suoi tre principali lavori sulla halachà, di cui gli altri due sono il Commentario sulla Mishnà ed il Mishnè Torà.

L'intento principale del Sefer Hamitzvòt è di elencare le 613 mitzvòt contenute nella Torà. I Saggi del Talmud parlano di 613 mitzvòt, cioè 613 comandamenti biblici. Questi si dividono in 248 comandamenti positivi, mitzvòt assè, e 365 comandamenti negativi o proibitivi, mitzvòt lo tàassè oppure lav. Un conto superficiale delle leggi bibliche tuttavia fornisce un numero considerevolmente più grande di 613. In nessuna parte del Talmud si può trovare un elenco dettagliato di queste ingiunzioni e proibizioni né una formulazione esplicita delle regole e dei principi sulla cui base le leggi bibliche dovrebbero essere contate.

Il Rambam divise il suo Sefer in due sezioni. La prima è una profonda esposizione delle basi teoriche che lo guidarono nel determinare quali particolari mitzvòt dovevano essere incluse e quali escluse dall'elenco dei precetti biblici. In essa vengono presentati e spiegati 14 principi e regole secondo cui deve essere effettuato il conto delle ingiunzioni e proibizioni bibliche. Egli stabilisce ciascuno di questi principi e lo giustifica con abbondanti prove tratte dalla letteratura talmudica. Nella seconda sezione Rambam enumera e definisce i 613 comandamenti che, a loro volta, sono divisi in 248 precetti positivi e 365 ingiunzioni proibitive.

Quest'opera, come ogni opera del Rambam, ha conosciuto una grande popolarìtà attraverso i secoli, e sono stati scritti su di essa numerosi commentari. L'edizione corrente di Sefer Hamitzvòt è stampata con sette commentari.