Questa parashà narra la rivolta di Korach e dei suoi 250 uomini contro Moshè e Aharon. Si sollevarono contro quest’ultimo in particolare e contro la legittimità del ruolo da lui assolto quale Cohen Gadol – Sommo Sacerdote. Accusarono Aharon dicendo ”Perché vi collocate (vi alzate, nel testo) al di sopra della congregazione di D-o?”
Moshè dichiarò che i ribelli e Aharon dovevano presentare degli incensi “Ecolui che sarà scelto dal Sig-re è santo”. Quando gli ebrei videro che D-o aveva dato ragione ad Aharon essi proclamarono: Moshè è verità e la sua Torà è vera!” Dato che presero di mira Aharon, avrebbero dovuto ammettere, dopo che la sommossa fu domata, che ”La Torà di Mosè (sottinteso: la quale stabilisce che Aharon deve ricoprire la carica di Cohen-Gadol) è vera”. Perché aggiunsero “Mosè è la verità”?
Ogni lite Proviene da Korach
Questa insurrezione presenta un aspetto ancor più sorprendente dacché il Talmùd sentenzia: “Colui che prolunga una lite trasgredisce un comandamento (..) come ingiunge il versetto: ”Non saranno (gli israeliti) come Korach e la sua fazione.” Come si può paragonare l’istigatore di una disputa, quant’anche banale, a Korach e ai suoi seguaci i quali intendevano rimettere in discussione l’autenticità stessa della Torà di Moshè?
Alla luce di quanto esposto dai sopraenunciati versetti, se ne deduce che il vero peccato della consorteria di Korach risiedeva nella natura stessa della lite. Quest’idea converge con la spiegazione dei saggi: essi asserirono che Moshè temeva meno il litigio in sé di quanto non temesse la discordia provocata dal litigio. Il nome Korach prende radice dal vocabolo karchà che significa “sradicamento” nonché “separazione, divisione”. Della Torà si sa che “Le sue vie sono gradevoli e suoi cammini pacifici”; è ben noto, inoltre, che essa è stata donata “Per portare la pace nel mondo”.
La lite: antitesi di Moshè
Per tale ragione, la zizzania è l’antitesi dell’indole di Moshè perché la Torà è definita ”la Torà di Moshè”. Sebbene colui che per antonomasia simbolizzava la pace, per via del suo esemplare atteggiamento nell’instancabile missione di stabilire continuamente l’armonia interumana, era Aharon, sul quale, peraltro, è stato detto “Egli ama la pace e insegue la pace”, il principale contestato era Moshè, in quanto la nomina di Aharon quale Cohen Gadòl fu emanata dalla Torà tramite Moshè.
Infatti Moshè rappresenta la Torà e questa è, come già menzionato, portatrice del messaggio di pace; essendo indissociabili, anche Moshè impersona la concordia allo stesso titolo di Aharon. Pertanto, la polemica controproducente si polarizzava su Moshè sebbene il disaccordo sia un concetto che si contrappone a quello di unione caratteristico di Aharon. Ciò viene a chiarire l’affermazione conclusive emessa dagli insorti: “Moshè è la verità e la sua Torà è verità”. Per essere sicuri che il pentimento sia onesto, è necessario estirpare la radice del male. Considerato che l’accanimento contro Aharon era volto in realtà a provocare la destituzione di Moshè e della sua Torà, il riconoscimento dei loro torti da parte dei rivoltosi fu giustamente accompagnato dalla proclamazione: “Moshè è la Verità e la sua Torà è la Verità”.
(Likkutè Sichòt)
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