Le radici dell’antisemitismo le troviamo nella Parashà di questa settimana, quando la Torà racconta della nascita di Giacobbe ed Esaù. Il loro conflitto ebbe inizio quando ancora erano nel ventre della madre, come dice Rashì, litigavano sull’eredità dei due mondi, di questo e di quello a venire.

Non c’è razionalità nell’odio che esiste nei confronti del popolo ebraico; nel mondo vivono persone di diverse culture, o di carnagioni differenti, ma il disprezzo che esiste verso l’ebreo non ha similitudini. Esistono popoli che in passato hanno sofferto per l’odio di altre nazioni, ma quell’ostilità era sempre limitata ad un certo periodo ed aveva precise motivazioni che la facevano nascere, ma quella verso la nazione ebraica ci ha accompagnato per tutta la storia, non è comprensibile, e non dipende da nulla che è stato fatto o meno.

Non dobbiamo andare a cercare le prove di questo odio nei libri di storia, lo possiamo vedere con i nostri occhi al giorno d'oggi. Viene un popolo piccolo e perseguitato che dopo millenni di sofferenze, e dopo la tremenda Shoà, è riuscito miracolosamente a tornare alla sua terra, invece di ottenere un appoggio da altri paesi, ha avuto ammonizioni ed attacchi senza fine.

C’è chi ha provato a chiarire questo strano fenomeno, dicendo che l’ebreo è sempre stato diverso dagli altri e quindi hanno provato a risolverlo cercando di assimilarsi agli altri popoli. Purtroppo però abbiamo visto tutti che nella seconda guerra mondiale non c’è stata distinzione tra ebreo ortodosso e quello moderno, quello intellettuale e quello analfabeta.

Questo disprezzo però presto avrà fine, poiché quando verrà il mashiach, nel mondo non ci sarà più odio e gelosia, poichè tutti conosceranno D-o e questo odio eterno verrà cancellato, presto nei nostri giorni, Amen.