Quando l’esercito egizio stava inseguendo Israel anche in fondo al mare, gli angeli dei Cieli si presentarono dinanzi al Sign-re volendo intonare una canzone.

L’Altissimo, tuttavia, disse loro: «I figli di Israel stanno attraversando il mare e sono in pericolo mortale. Come posso Io lasciare che voi cantiate?».

Dopo che i figli di Israel arrivarono all’asciutto sani e salvi, ancora una volta gli angeli tentarono di innalzare il loro canto di lode e di preghiera.

L’Onnipotente ancora una volta, però, rifiutò loro il permesso e disse loro: «L’opera delle mie mani affonda in mare e voi volete cantare? La mia pietà include tutti gli esseri viventi. Come potrei accettare il vostro canto in un simile momento? Solo dopo che i miei figli avranno intonato un canto voi potrete seguire il loro esempio».

Ai figli di Israel fu dato il permesso di cantare perché erano salvi grazie a un miracolo compiuto dal Sign-re ed erano obbligati a ringraziarlo.

La cantica presso lo Yam Suf fu intonata dapprima da Mosè e ripetuta, poi, da tutto il popolo. Sebbene vi si esprima il ringraziamento per la salvezza in quella particolare circostanza, molte tra le sue preghiere si riferiscono al futuro, alla salvezza totale e finale che sperimenteremo nel tempo del Messia.

Poiché, secondo le leggi della Torà, non è permesso che uomini e donne cantino insieme in coro, le donne non intonarono la shirà insieme con gli altri, ma cantarono a loro volta. Miriam prese i cimbali e intonò il canto al quale si unirono tutte le donne di Israel.

Gli angeli nei cieli, allora, si presentarono al Sign-re dicendo: «Non solo gli uomini di Israel cantano prima di noi, ma ora anche tutte le donne ci precederanno!».

Allora Miriam, che per profezia sapeva ciò che stava accadendo nei Cieli, permise agli angeli di intonare il loro canto insieme alle donne di Israel.