La nostra parashà ci parla della manna, il cibo miracoloso che il popolo ebraico ricevette durante il lungo periodo che trascorse nel deserto. La manna ha un legame particolare con lo Shabbàt. Nei giorni della settimana, ogni mattina, gli israeliti la trovavano
per terra, fuori dal campo. La raccoglievano e la mangiavano durante il giorno. Se tentavano di tenersela per l’indomani, essa marciva.
Il prodigio dell’alimento celeste cominciò una domenica mattina. Il venerdì di quella settimana, quando ne portarono nella loro tenda, ogni famiglia scoprì che ne aveva ricevuto una doppia porzione. Mosè spiegò loro che era destinata allo Shabbàt, che sarebbe rimasta fresca nella notte del venerdì e che di sabato nessuno doveva uscire per raccoglierla. Era la prima occasione per il popolo di osservare il settimo giorno.
Le Due Challòt di Shabbat
In ricordo del miracolo, apparecchiamo la tavola di Shabbàt con due Challòt (i pani del sabato). La tovaglietta che le ricopre simboleggia lo strato di rugiada che rivestiva la manna nel deserto. I nostri saggi ci insegnano che tutti i cibi sono paragonabili alla
manna: questa sostanza miracolosa proveniva da una sfera spirituale molto elevata. Di Shabbàt, questo mondo che i cabbalisti definiscono il “Mondo della Delizia” ci è svelato a tutti noi. Ecco perchè esso reca in sé una qualità eccezionale: un qualcosa di essenzialmente sacro è vissuto e sentito come una delizia materiale dalla famiglia ebraica, qui, nelle basse sfere materiali.
Il Shabbat di ogni Giorno
C’è un elemento di Shabbàt in ogni giorno della nostra vita. I momenti della preghiera, nei quali il paradosso dello Shabbàt, ovvero il cibo spirituale assaggiato come cibo materiale, entra nella nostra vita. Che preghiamo a casa o in sinagoga, che preghiamo
in ebraico o in un’altra lingua, lo scopo è lo stesso: collegarci al Creatore. La preghiera è paragonata ad una scala che cerchiamo di salire per avvicinarci a Lui. Uno degli aspetti paradossali di questo rito puramente spirituale è che invochiamo la sua protezione e la sua assistenza per le nostre preoccupazioni fisiche: guarirci, proteggerci, provvedere al nostro sostentamento.
Spiritualità in una Vita Terrena
Come associare i due aspetti contradditori della preghiera ? Il Rebbe di Lubàvitch suggerisce che è appropriato prefissarsi un obiettivo globale nell’ebraismo: raggiungere i massimi livelli spirituali dell’esperienza ebraica e incorporarli alla nostra vita quotidiana. I gradini più alti della scala vengono raggiunti quando integriamo il sentimento del sacro in seno al mondo corporeo. Vi ricordate del sogno di Yaacòv-Giacobbe? Gli angeli che salivano sulla scala portavano richieste ad Hashèm. Il movimento verso l’alto era seguito dal movimento verso il basso ovvero dalla risposta che Hashèm concedeva a Yaacòv, a Israèl, al popolo. Così D-o ci benedisce, scendendo verso di noi, accogliendo le nostre preghiere con la salute, l’abbondanza e, infine, con la Redenzione.
Tratto da Likutè Sichòt da Rav Naftali Loewenthal
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