Il pasto festivo di Purim ha un significato particolare, perché, tanto quanto procura piacere fisico al corpo, eleva spiritualmente l’anima.
Lo Zohar scrive che durante Purim si può raggiungere, tramite il piacere materiale, il medesimo innalzamento spirituale che si ottiene nel giorno di Kippur con il digiuno. La solennità del giorno dell’espiazione è ora vissuta tramite la gioia.
È talmente grande il merito di Purim che Yom Hakippurim – il più santo e solenne giorno dell’anno – viene comparato a esso. Se si esamina con attenzione il nome ebraico della festa di Kippur, si trova che il termine è composto da: yom – un giorno – ki-Purim – come Purim.
A Kippur gli ebrei ascendono a un livello che trascende le costrizioni della natura, mortificandosi nella sfera fisica tramite il digiuno, ciascuno raggiunge il pentimento e la remissione completa anche delle colpe commesse.
A Purim il medesimo livello di santità si raggiunge mangiando e bevendo, poiché il quel tempo il piacere fisico dell’uomo è completamente impregnato di purezza.
Il popolo di Israele è santo sia nello spirito che nella materia, quindi ogni azione quotidiana che un ebreo porta a termine è imbevuta di santità ed egli deve compierla con la medesima intensità e consapevolezza con le quali prega il Signore. I Saggi asseriscono addirittura che la preghiera rivolta a D-o è più grande quando scaturisce dalla sfera fisica piuttosto che da quella spirituale.
Fino a quando esiste sulla terra la stirpe di ‘Amaleq, però, essa è in grado di corrompere la purezza delle azioni di Israele e le inquina introducendovi un elemento di peccato, ma quando i poteri della progenie di ‘Amaleq saranno fiaccati e i discendenti saranno soggiogati, ogni atto materiale di Israele tornerà a essere puro e santo e verrà compiuto unicamente con lo scopo di innalzare la gloria del Nome del Creatore.
La gioia associata alla mitzvà del pasto festivo di Purim ha una grandezza particolare, perché indica che il popolo di Israele ha rettificato le colpe di cui si era macchiato al tempo di Haman. Ma tali colpe non sono state ancora completamente emendate – come non è ancora stata annientata la stirpe di ‘Amaleq – ed è per questo che è richiesto agli ebrei di pentirsi ulteriormente sottomettendosi comunque all’afflizione, digiunando il giorno precedente la festa di Purim.
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