Si vuole qui ricordare il detto famoso del Ba’al Shem Tov, fondatore del Chassidismo: «In ogni cosa che vede o sente l’ebreo dovrebbe trovare sempre una fonte di ispirazione e una guida per servire meglio l’Onnipotente».

Se questo vale, in generale, per ogni cosa che vede o sente tanto più sarà riferibile alle festività istituite dalla Torà, le quali racchiudono importanti insegnamenti per la vita quotidiana.

Nella festività di Pessach e nell’osservanza della Sefirà troviamo uno di questi moniti di vitale importanza, che ora passeremo ad analizzare.

Per secoli i figli di Israele furono schiavi in Egitto, asserviti nel corpo e nello spirito e corsero un pericolo mortale di venire assimilati, infatti erano discesi a un livello spirituale così basso che quando Moshé portò loro il messaggio che annunciava l’imminente liberazione dal giogo egizio, essi non l’ascoltarono: per la depressione di spirito in cui si trovavano e per la durezza della schiavitù (Esodo 6, 9). Tuttavia, dopo essere stati liberati, essi raggiunsero in un tempo relativamente breve il più alto livello spirituale al quale l’uomo possa aspirare, e giungere: ogni uomo o donna e bambino di Israele era maturo per ricevere la Rivelazione Divina sul monte Sinai, degno di attingere alla più alta fonte del sapere, per tramandare alle future generazioni tesori inesauribili di saggezza e di fede.

Ciò dimostra come ad ognuno sia dato di risollevarsi dal più profondo decadimento e di raggiungere, in un tempo altrettanto relativamente breve, il più alto grado di elevazione spirituale, purché lo desideri sinceramente, con tutto il cuore.

I figli di Israele ebbero questo ardente desiderio quando seppero il vero scopo della loro liberazione, ossia il dono della Torà sul monte Sinai e attesero con ansia tale evento, contando impazienti ogni giorno che li separava da esso (Shvilé ha-Leqet, ‘Arugà 8, SederAtzeret 236). È per questo che anche noi contiamo i giorni della Sefirà e proviamo, nel profondo del cuore, la stessa emozione che sentivano i nostri padri.

Quanto esposto reca a tutti un altro incoraggiante messaggio: quando dimostriamo la ferma volontà di elevarci, D-o aiuta a raggiungere la meta, togliendo gli ostacoli dal nostro cammino, affinché la missione che l’anima di ogni ebreo deve compiere sulla terra possa essere portata a buon fine.

(Da una lettera del Rebbe di Lubavitch; tradotto in Il Pensiero della Settimana, a cura del rabbino Shmuel Rodal)