Secondo Rabbi Yitzchàk, gli ebrei avrebbero meritato di ricevere la Torà immediatamente dopo l’uscita dall’Egitto. D-o, però, disse: «Non è ancora arrivato, per il mio popolo, il momento di ricevere un’illuminazione spirituale così grande; ha appena lasciato la schiavitù durante la quale era immerso nel fango e nello sporco e per questo motivo non è ancora pronto per ricevere la Torà».
Una breve storia può aiutare a capire: un re aveva un figlio gravemente malato. Dopo molto tempo il figlio guarì. Appresa la notizia della guarigione del giovane, un precettore si recò dal re e gli chiese di mandare il ragazzo a studiare nella sua scuola. Il re allora rispose: «Ancora non è tornata la luce sul viso di mio figlio e già tu mi chiedi di mandarlo a studiare da te? Lascia che passino due o tre mesi, che mio figlio mangi e beva e si riprenda completamente. Allora potrò mandarlo a studiare!». Così disse D-o: «Sono usciti da una schiavitù di “fango e di mattoni” e Io voglio donare loro la Torà? Che si raffinino con la manna e le quaglie che manderò loro dal cielo, che bevano l’acqua della sorgente che farò sgorgare per loro. Solo allora potrò donare loro la Torà!».
Invece rabbi Yehoshù’a ben Levì disse: «Quando gli ebrei uscirono dall’Egitto, vi erano fra loro alcune persone rese invalide durante la schiavitù. Talvolta cadevano dei mattoni o delle pietre, rompendo loro una mano o una gamba. D-o disse “Non voglio dare la mia Torà a degli invalidi”. Così ordinò agli angeli di guarirli».
Il versetto e tutto il popolo vide i tuoni (Shemòt 20, 15) ci insegna che non c’erano più ciechi fra loro; tu hai imparato a conoscere (Devarìm 4, 35) ci assicura che non vi erano ignoranti; tutto il popolo rispose con voce unanime (Shemòt 19, 8) fa comprendere che non vi erano muti; dal cielo ti fece udire la sua voce (Devarìm 4, 36) ci garantisce che non esistevano più sordi fra la gente del popolo; voi siete oggi tutti quanti presenti (lett. in piedi) conferma che non vi erano zoppi.
Non ci fu e non ci sarà generazione meritevole di ricevere la Torà come quella che uscì dall’Egitto.
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