Nella parashà di questa settimana Ya’acòv si prepara ad affrontare suo fratello Esaù, che gli sta venendo incontro con 400 uomini per attaccarlo.

La scorsa settimana abbiamo letto di come Ya’acòv aveva lasciato la casa dello scaltro zio Labano e fatto ritorno in terra d'Israele, dopo aver trascorso 20 anni lavorando per lui.

Ya’acòv invia degli angeli per portare un suo messaggio ad Esaù.

Il messaggio inizia con le seguenti parole:

“Così dice il tuo servo Giacobbe, "Ho soggiornato con Labano, e là ho temporeggiato fino ad ora''.

Rashì commenta che la parola ebraica qui usata è גרתי garti ovvero, ‘ho soggiornato’, un termine che significa risiedere come un estraneo, al contrario di stabilirsi, diventando quindi importante. Pertanto non era necessario che Esaù fosse geloso o preoccupato.

Rashì rileva inoltre che la parola garti ha il valore numerico di 613 *, che è il numero dei comandamenti della Torà. [248 positivi, 365 negativi].

Ya’acòv voleva dare il messaggio che pur abitando nella casa del malvagio Labano, non è mai venuto meno all’osservanza delle 613 mitzvòt.

Anche se le due spiegazioni sono diverse, è possibile trovare un nesso tra esse e vedere come questi Rashì siano collegati.

È proprio perchè Ya’acòv si comportava come un estraneo senza mai adeguarsi completamente agli usi alla casa di Labano il truffatore, che era riuscito a mantenere l’osservanza delle mitzvòt.

Questo ci insegna che indulgere eccessivamente in cose mondane e nei piaceri può essere un ostacolo per adempiere i comandamenti nel modo migliore. Ed è proprio quando si è coinvolti nel mondo, restando al di fuori di esso in una certa misura, che i comandamenti possono essere apprezzati ed osservati correttamente.

Un'altra osservazione che possiamo fare sulla dichiarazione di Ya’acòv ad Esaù, è che Ya’acòv con orgoglio dichiara di aver osservato le mitzvòt, nonostante a un tipo come Esaù non importasse quasi nulla dell’argomento. Non solo Ya’acòv parla della sua osservanza delle mitzvòt, ma questo è il suo messaggio d’apertura.

Sorprendentemente, la reazione di Esaù è stata positiva, come è descritto nel versetto.

Da questo impariamo che non si deve nascondere la propria ebraicità e religiosità, neanche quando si tratta con una persona malvagia.

L’orgoglio della propria identita ebraica è molto importante e potente, ed ha il potere di far sciogliere nemici giurati come Esaù.

Per quanto, la linea di introduzione quando ci presentiamo a un nuovo conoscente può essere: Sono un Ebreo orgoglioso che osserva le mitzvòt.

* 'garti si scrive:' Gimmel-3, Resh-200, Tav-400, Yud 10 = 613

Likutè Sichòt Vol. I

לע"נ הרה"ח הר"ה"ג ר' אברהם דוב בן ר' יהושע ז''ל In beloved memory of Rabbi Abraham B. Hecht obm.

Rav Yaakov Kantor è direttore della Chabad Jewish Center a Lugano