Nella parashà di questa settimana parleremo di voti.

L'idea basilare di un voto è che una persona può promettere di rinunciare ad un determinato cibo o comportamento, di conseguenza diventa biblicamente vietato rompere questa promessa.

Per questo motivo stiamo attenti a non pronunciare alcun voto o promessa di fare o rinunciare a qualcosa.

Per cui, nell’impegnarsi a fare una determinata cosa, spesso si aggiunge la frase 'bli neder' significato 'senza voto'.

Ci sono punti di vista contrastanti tra i saggi riguardo la virtù di far voti.

Secondo il testo della Mishnà di Pirkè Avòt, le Massime dei Padri, proibire un alimento od un comportamento ammissibile è una cosa lodevole da fare ed aiuta la persona a non indulgere nella materialità.

Tuttavia, nel Talmud Yerushalmi risulta il contrario, poiché rifiuta l'idea di fare voti ed afferma: “Ciò che la Torà ha già proibito non è abbastanza per te?”

In altre parole, non vi è alcuna necessità di vietare a se stessi alimenti o comportamenti altrimenti ammissibili.

Il ragionamento dei due diversi punti di vista diventerà chiaro con una discussione dello scopo generale della nostra esistenza qui sulla terra.

Siamo qui per rendere il mondo e quanto esso racchiude, in un posto buono e Divino, seguendo le linee guida del Creatore della vita come espresso nella Torà.

Di conseguenza, quando facciamo una buona azione l'elemento coinvolto nella buona azione e di tutti gli altri fattori che hanno contribuito alla mitzvà diventano speciali e santi. Ciò include il cibo, kasher, che alimenta la persona, il terreno su cui stanno in piedi ecc.

Se una persona proibisce qualcosa su di sé, che sarebbe altrimenti consentito, egli esclude quel particolare oggetto dal far parte dello schema divino. Questo non è bene, da qui l'affermazione del Talmud di Gerusalemme di non proibire cose in più su se stessi(di ciò che è già stato menzionato nella Torà ndr).

Tuttavia, una persona può scoprire che un particolare alimento o comportamento li rende eccessivamente banali e grossolani, e che quella situazione li sta causando di scendere di livello spirituale.

In questo caso è lodevole fare un voto, come promosso dalla Mishnà in Pirkè Avòt.

C'è una legge interessante menzionata nella parashà di questa settimana, che insegna come far annullare un voto.

Questo può essere fatto da un Chachàm un saggio. (In alternativa, da un tribunale composto da tre persone, ed in alcuni casi questo può essere fatto dal padre di un bambino.)

Se la persona che aveva bisogno di fare un voto per evitare di esagerare, perché mai il saggio dovrebbe annullare il suo voto?

Il motivo è perché, il saggio è in una posizione scevra dalla materialità ed è quindi in grado di aiutare la persona a vedere come il mondano esiste solo per far parte del piano divino.

Il saggio, condividendo questa prospettiva con la persona che sta lottando contro la sua troppa indulgenza, amplierà la prospettiva della persona aiutandolo ad apprezzare l'unità di D-o e l’insignificanza dei piaceri materiali.

A quel punto, il voto non è più necessario e può essere annullato.

Likutè Sichòt Vol. 4