È una calda e triste serata di fine luglio in Israele. Il telegiornale acceso dà le ultime notizie e fa vedere immagini che vediamo da giorni: soldati in ospedale, interviste a varie persone che la pensano diversamente, bombardamenti a Gaza, tunnel del terrore, soldati israeliani che pregano, case distrutte, manifestazioni.
La guerra si sente dappertutto, anche nella nostra piccola (si fa per dire) città di mare Netanya, che ha sentito la sirena una volta sola e nelle sue perfierie altre 3-4 volte. La sensazione di un'estate dove i figli non possono solo giocare, andare al mare e essere allegri. Ma preparano disegni e pacchi da mandare ai soldati per donare un po' di calore.
Il pensiero di essere entrati in un tunnel molto lungo costruito da Hamas con grande dedizione, il tunnel dell'orrorre e della morte, dove chi non combatte è già morto in partenza, dove chi protesta a Gaza viene fatto fuori, dove i giornalisti non possono (e non vogliono spesso) dire la verità; questo puzzle dell'orrore dove ci sono ritagli di foto di bambini dilaniati in non si sa quale guerra in quale parte del mondo, ma messi li in prima pagina senza dignità nè rispetto per commuovere il mondo e fare indignare la gente contro Israele.
Questo piccolo stato ebraico che con amore cerca di proteggere i suoi cittadini ebrei, mussulmani, cristiani, drusi e tutte le sue minoranze. Questo piccolo stato ebraico che tenta di sopravvivere fin dalla sua nascita mentre il mondo lo demonizza, lo schifa e lo accusa di cose terribili. Si perchè parole come "genocidio", "stato di apartihed", "criminale" vengono dette quotidianamente da tante persone, alcune ignoranti proprio, altre che hanno studiato da fonti completamente anti-israeliane e quindi che si sentono il diritto e il dovere di gridare al mondo contro Israele. Mentre in questa danza macabra che è la guerra, Hamas e tutti i suoi sostenitori a Gaza e nel mondo gridano forte ‘Palestina libera’ intendendo proprio che Israele dovrebbe sparire al più presto. Si uniscono ai cori centinaia e centinaia di cittadini europei che scendono in piazza per gridare morte agli ebrei, che minacciano rabbini e distruggono sinagoghe, che propagandano di riaprire campi di sterminio per finire il lavoro di Hitler. E in tutto questo grandi bugie che vengono ripetute e ripetute talmente tante volte che ormai sono considerate verità storiche, come l'idea che Israele si sia rubata la terra che era degli arabi, come falsi stragi mai avvenute, o dove gli israeliani non hanno neanche mai partecipato.
E in tutto questo ci si chiede perchè? perchè Hamas ha usato tutti questi anni per costruire tunnel sprecando tutti gli aiuti umanitari per il loro cemento, sprecando i soldi per i razzi, dedicandosi solo ed esclusivamente alla cultura dell'odio, a indottrinare giovani palestinesi, che ahimè da povere vittime diventeranno spietati assassini, mentre il mondo sta zitto li a guardare questa infamia, l'infamia di mandare dei bambini davanti a prendersi pallottole, l'infamia di piazzare i razzi nelle scuole e negli ospedali e nelle moschee e persino nei cimiteri, in fondo cosa sono queste giovani vite rispetto al rispetto che Hamas si guadagnerà dal mondo che ancora un'altra volta guarderà queste immagini di disperazioni e dirà a Israele che basta sta usando una forza sproporazionata, va bene forse difendersi ma non esageriamo, facciamo una bomba o due e poi però lasciamo che Hamas vada avanti nel suo lavoro.
E in questa calda serata, con l'aiuto del condizionatore acceso, una mamma come me di due bambini piccoli, immigrata dall'Italia, tenta di lavorare, ma non riesce perchè pensa alla sua famiglia che non vede da qualche settimana perchè viaggiare è rischioso, ai suoi amici del Sud che forse in questo momento staranno per la millesima volta in un rifugio con quel suono agghiacciante della sirena, a tutti gli abitanti di questo paese speciale che fanno di Israele un posto speciale (anche se già lo è).
Penso anche a persone che avrei voluto avere vicino ma che mi hanno abbandonato e ad altre che proprio non pensavo ma nel momento della guerra sarebbero state con noi. Penso che questa non è la guerra di Israele con i palestinesi, ma è la guerra di chi vuole fare del bene e chi vuole solo morte e terrore. Si, è la guerra contro questo nemico, malefico terrorismo il suo scopo iniziale e finale è solo uccidere, provocare solo morte, paura, pianto, angoscia. In un certo senso ci sta riuscendo, e se vincerà non pagherà Israele ma nè pagherà tutto il mondo, come i kamikaze che si facevano saltare in aria per anni in Israele e di cui il mondo si è accorto solamente quando ha cominciato a colpire Madrid, Londra, New York.
Ma. Ma. Non vincerà. io sono certa di questo e non solo perchè abbiamo Iron Dome, perchè abbiamo un esercito potente, ma soprattutto perchè abbiamo Hashem, il Re dei Re che ci protegge e non ci lascia mai soli. E abbiamo la fede in Lui, una grande fede che ci fa sentire tutti come fratelli, che ci fa pregare per persone che neanche conosciamo, che ci fa sentirci tutti uniti, che ci ha fatto pregare e piangere per i nostri tre ragazzi Eyal, Gilad e Naftali Z.L. , forse una fede che il mondo ci invidia non lo so, qualcosa di puro, speciale, nitido, qualcosa che ha permesso il popolo ebraico di sopravvivere per qualche millenio seppur con davanti dei nemici forti e potenti.
Io penso che non ci rimanga altro da fare che tirare fuori i nostri strumenti migliori, la tzedakà, la tefillà e la teshuvà, continuare a fare opere di bene e aiutare il prossimo. Certo nel frattempo stiamo anche combattendo nelle nostre bacheche e cercando di portare la verità, nel frattempo rimaniamo con il sorriso per i nostri figli, lavoriamo, cuciniamo e facciamo tutte quelle cose piccole della vita che la rendono grande, provando con tutte le nostre forze a trasformare la tristezza in speranza e gioia di vita in attesa che possa arrivare il Mashiach e portarci la vera pace.
Laila tov.
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