Domanda: come mai nel periodo dell’Òmer si conta in ordine crescente fino a Shavuòt anziché fare il conto alla rovescia?
Risposta: un conto alla rovescia si fa quando tutto ciò che rimane per raggiungere lo scopo o la meta è un tot di giorni: quando il tempo passa, si raggiunge l’obbiettivo automaticamente e si contano i giorni semplicemente per indicare quanto tempo rimane.
Ma l’Òmer non è un conto alla rovescia. Quando gli Ebrei lasciarono l’Egitto, molti di loro erano immersi nell’immoralità del paese. Pensa a un principe che viaggia per una strada deserta e cade in un pozzo profondo dal quale non riesce ad uscire. Egli sopravvive per mesi e mesi fino a che alla fine è tratto in salvo da un re potente. Il re rimane impressionato dal principe e gli offre la mano della figlia. Ma il principe è appena stato liberato da una buca profonda. Egli è molto sporco, pieno di lividi e trasandato. Deve lavarsi, pulire le sue ferite, rinfrescarsi e cambiare i suoi vestiti prima di poter sposare la principessa.
Allo stesso modo, D-o salvò il popolo Ebraico dal pozzo della schiavitù egizia e ci offrì un legame eterno con la Torà. Tuttavia ci eravamo talmente contaminati dal modo egizio di vivere che non eravamo in condizioni di poter ricevere la Torà in quel momento. I quarantanove giorni fino a Shavuòt ci furono dati per ripulirci e crescere di livello ogni giorno; ogni giorno facemmo un passo avanti per diventare il popolo prescelto di D-o.
Ogni anno il conteggio ricomincia perché il periodo dell’Òmer è un periodo di miglioramento spirituale. Non stiamo contando i giorni in attesa che passino bensì stiamo salendo di livello ogni giorno.
Malkie Janowski per Chabad.org
Parliamone