La settimana scorsa abbiamo condiviso una storia raccontata dal chassìd Rav Mendel Futerfas z.l. che era stato arrestato dai sovietici e mandato in Siberia dove trascorse quattordici anni in vari campi di lavoro forzato. Il crimine? Le attività "contro-rivoluzionare" legate all'educazione e alla vita ebraica che svolgeva, mettendosi appunto in grande pericolo.

"Reb Mendel", come era affettuosamente conosciuto, raccontava molti episodi dei suoi anni di prigionia e traeva da ognuno di questi delle lezioni per il servizio di Hashèm. Segue un altro dei suoi racconti.

Tra i prigionieri in Siberia c'era una persona che era un acrobata professionista che aveva lavorato in un circo e si era specializzato come funambolo.

Ogni tanto Reb Mendel parlava con il funambolo e non avendo mai assistito a tale "meraviglia" gli chiedeva come è possibile che una persona metta a rischio la propria vita camminando su una fune decine di metri da terra?! Naturalmente all'epoca le reti di sicurezza non erano molto comuni...

"Com'è possibili che cammini tranquillamente su una corda?" Gli chiese Reb Mendel incredulo.


L'acrobata gli spiegò che data la preparazione e l'esperienza non la considerava più un'attività pericolosa. Reb Mendel rimase scettico però.

Quando Stalin morì, le autorità resero un po' meno rigide le regole e diedero il permesso di organizzare un circo amatoriale in occasione del primo maggio. Era chiaro che il funambolo sarebbe stato al centro dell'attenzione. Così fu. Prima di iniziare, il funambolo cercò tra la folla per assicurare che fosse presente anche Reb Mendel.

Tutti guardarono il funambolo col fiato sospeso, mentre saliva sul palo dal quale avrebbe iniziato il suo cammino. I primi passi erano un po' incerti ma entro qualche attimo sembrava trovarsi di nuovo ai tempi del vero circo. I passi ormai sembravano dei movimenti completamente naturali, quasi scorresse attraverso la fune. Arrivato all'estremità della fune fece un rapido dietrofront per intraprendere la via di ritorno sulla quale dimostrò anche qualche acrobazia. La folla impazzì e lo applaudì a lungo.

Quando concluso lo show il funambolo andò diretto da Reb Mendel. "Allora? Hai visto che l'ho fatto senza alcuna protezione?". "Sì, gli rispose, è vero".
"Dunque, disse il funambolo, sei una persona intelligente, dimmi come l'ho potuto fare? Il segreto sta in come tengo le mani? In dove metto i piedi?"
Reb Mendel rifletté un momento e disse: "No, è tutto negli occhi. Dal momento che hai iniziato, i tuoi occhi erano fissi sul palo opposto".
"Esatto - disse l'acrobata - quando tieni bene a fuoco la tua destinazione e non distogli lo sguardo, i piedi vanno dove devono andare e non cadi".
Poi pose un'altra domanda a Reb Mendel:
"Secondo te, qual è il momento più difficile dell'atto?"
"Secondo me il momento più difficile è quando ti devi girare per cambiare la direzione," gli rispose.
"Giusto! durante quel brevissimo momento in cui non hai più la visione del palo davanti e l'altro palo non è ancora in vista, lì vi è un vero pericolo. Ma se non ti confondi e non ti distrai durante quel breve periodo di transizione, gli occhi troveranno il palo e ci sarà subito l'equilibrio".
*
Questa - concluse Reb Mendel - è una importante lezione di vita. Bisogna sempre puntare gli "occhi" sul proprio compito senza farsi distrarre dalle miriadi di questioni che ci vengono incontro. Questo ci aiuta a mantenere l'equilibrio.

Ma poi c'è un momento in cui è difficile e forse impossibile "mettere a fuoco" ed è proprio in quel momento che bisogna mantenere salda e ferma la propria fede, grazie a un "occhio interno" dell'anima che è sempre unita alla sua Fonte. Questo ci aiuta a "girare" rimanendo in piedi.