1. 14 Giugno, 1927, Leningrado: Il Rebbe viene messo agli arresti


Martedi sera 14 Giugno 1927, il sesto Rebbe di Lubavitch, Rav Yosef Yitzchak Schneerson di benedetta memoria, fu arrestato dagli ufficiali del distretto della Polizia Sovietica Segreta (l’OGPU) a Leningrado. Sette anni prima, egli era diventato il leader di Chabad in seguito alla dipartita del padre, Rav Shalom DovBer. Egli aveva lavorato instancabilmente per ristabilire comunità ed istituzioni Ebraiche che erano state distrutte da anni di guerra civile, carestia e caos politico. Tuttavia, fin dal principio egli fu preseguitato dalla “Sezione Ebraica” del partito comunista, la Yevesktsiya, composto da persone fortemente anti religiose. Questa foto, che racchiude lo spirito indomito del Rebbe nonostante le avversità, è stata scattata due anni e mezzo dopo gli eventi descritti, durante una visita a Baltimora nel Maryland.


2. Ottobre 1926, Ucraina: l’Assemblea di Korosten


Tra gli eventi che portarono all’arresto del Rebbe vi fu un’assemblea rabbinica a Ottobre del 1926 nella città di Korosten in Ucraina. Lo scopo dell’assemblea era tentare di influenzare le autorità a riconoscere gli istituti religiosi Ebraici. Il Rebbe era inizialmente contrario a questo incontro poiché temeva che avrebbe incitato una reazione negativa verso la rete di attivisti che avevano messo a repentaglio le loro vite pur di preservare la vita Ebraica. Il Rebbe non andò all’assemblea tuttavia diede il suo sostegno tacito e c’erano molti rappresentanti Chabad tra i partecipanti. Il Rebbe fu nominato presidente onorario, pur non essendo presente, riconoscendo il suo status di guida spirituale degli Ebrei Russi. Questa dimostrazione d’audacia alimentò l’ira della Yevsektsia. Rav Bentzion Shemtov, un chassid che andò all’assemblea in qualità di rappresentante del Rebbe, scrisse “Durante i miei interrorgatori [per mano degli ufficiali Sovietici] ho visto che quest’assemblea era una gran causa della prigionia del Rebbe”.


3. Un assalto a Londra, un omicidio a Varsavia: Terrore in Russia


In alto a sinistra la polizia Britannica fa la guardia dopo aver fatto incursione negli uffici della Arcos, la società cooperativa Russa il 12 Maggio del 1927, solamente un mese prima dell’arresto del Rebbe. Arcos rappresentava gli interessi Sovietici in Gran Bretagna e fungeva da copertura per attività di spionaggio. In seguito all’incursione, il governo Sovietico interruppe le linee di commercio e diplomazia con la Gran Bretagna. Lo stato delicato della diplomazia internazionale subì un altro colpo quando Pyotr Vykov, l’ambasciatore Sovietico in Polonia (nella foto sopra a sinistra), fu assassinato a Varsavia. I giornali scrissero che l’Europa era sull’orlo della guerra e che in Russia, la polizia segreta stava inziando ad arrestare e giustiziare i dissidenti politici. È in quest’atmosfera di tensione, appena una settimana dopo l’omicidio di Voykov, che il Rebbe fu arrestato.


4. Prigione di Shpalerka, Leningrado: incarcerazione brutale


Questa immagine mostra le scalinate d’acciaio a strati della casa della custodia cautelare in via 25 Shpalernya, nota anche come Spalerno o la prigione Shpalerka a Leningrado. Lì fu portato il Rebbe dopo il suo arresto la notte del 14 Giugno. Una svolta sbagliata in un corridoio lo salvò dall’esecuzione sommaria che spettava a molte altre persone messe agli arresti in quel periodo. Tuttavia egli trascorse diciannove giorni in condizioni molto difficili e ricevette minacce di morte diverse volte oppure di essere messo in isolamento in una lurida cella. Il mattino dopo il suo arrivo nel carcere, il Rebbe chiese che gli venga dato del tempo per mettere i suoi tefillìn. Quando si rese conto che la sua richiesta non sarebbe stata accolta, egli iniziò a mettere i tefillìn mentre saliva la scala d’acciaio. La guardia davanti a lui si girò e con rabbia gli diede uno spintone, facendolo cadere giù per le scale e causandogli una ferita grave all’addome. In seguito i suoi tefillìn furono confiscati, causandogli un dolore di tutt’altro genere.

Per ulteriori info sull'esperienza del Rebbe in prigione vedi, The Rebbe’s Prison Diary.


5. Allerte ed intercessioni a Leningrado e a Mosca, i generi del Rebbe


Rav Menachem M. Schneerson era già il promesso sposo della seconda figlia del Rebbe, Chaya Mushka, e anni dopo succederà al suocero come Rebbe. La foto a sinistra è stata ripresa a Purkersdorf in Austria nei primi anni del 1930. Ignaro del blitz in corso, egli stava per entrare in casa del Rebbe quando Chaya Mushka gli disse da una finestra alta “Schneerson, abbiamo ospiti”. Comprendendo immediatamente cosa era accaduto, Rav Menachem Mendel corse ad informare i chassidim anziani, dando loro del tempo fondamentale per distruggere documenti incriminanti. Dopo una lunga riunione delebrativa che finì la mattina presto di Giovedi, il 16 Giugno, Rav Shemaryahu Gurary (nella foto a destra circa 1930), che aveva sposato Chana, la figlia maggiore del Rebbe nel 1921, fu inviato a Mosca. Inizialmente il pensiero era che cercare aiuto internazionale avrebbe provocato i Sovietici e messo in pericolo il Rebbe, perciò Rav Shmaryahu avrebbe attivato una rete di contatti a Mosca per intercedere presso i livelli più alti delle forze Sovietiche.


6. Yekaterina Peshkova: Un’umanitaria Sovietica ufficiale


La persona che ha svolto un ruolo determinante nell’assicurare la sicurezza e l'eventuale rilascito del Rebbe era Yekaterina Peshkova, una delle donne più formidabili ed affascinanti dell’epoca. Ella era la prima moglie del famoso scrittore Russo ed amico di Stalin, Maxim Gorky ed aveva accesso agli ufficiali più alti della burocrazia Sovietica. Essendo a capo della Croce Rossa Politica, la Peshkova era uno dei pochi individui che poteva presentare richieste per i diritti di prigionieri politici in modo sicuro ed efficiente. Ad ogni passo del procedimento burocratico e con ogni nuovo ostacolo, i chassidim si rivolgevano a lei per chiederle aiuto per conto del Rebbe. In questa foto, scattata nel 1928 è ad un ricevimento del tè privato seduta alla sinistra di Stalin. Suo marito Maxim Gorky è alla destra di Stalin.


7. L’OGPU e la Yevsetskiya, tra Mosca e Leningrado


La persona meno probabile che Peskova coinvolse nello sforzo per liberare il Rebbe era Vyacheslav Menzhinsky (nella foto a sinistra), il presidente nazionale della polizia segreta Sovietica (l’OGPU). Un collaboratore a lui molto vicino, Stanislav Messing (nella foto a destra) era direttamente responsabile per l’arresto del Rebbe. Messing era il presidente della OGPU di Leningrado e vice presidente della OGUP nazionale. Egli era anche un Ebreo e un tempo, un chassid. In generale, la Yevsektsiya aveva un ascendente politico ma non aveva il potere di mettere persone agli arresti. In Messing vi era una combinazione di sentimenti anti-religiosi aggressive della Yevsektsiya e la forza spietata di un leader importante del Sistema di sicurezza dello stato. Inizialmente i chassidim di Mosca temettero che Messing sarebbe stato talmente furente se il suo superiore avrebbe fatto pesare la sua autorità, che la vita del Rebbe sarebbe stata messa a repentaglio da un intervento. Tuttavia quando giunse la notizia che era già stata emessa una sentenza di morte, essi capirono che non avevano nulla da perdere. Le autorità importanti di Mosca avevano un atteggiamento più ambiguo verso l’Ebraismo paragonati alla Yevsektsiya pertanto c’era motivo sperare che essi potranno essere incoraggiati ad intervenire a favore del Rebbe.


8.Rav Avraham Yitzchak Kook: Un telegramma da Gerusalemme


Come menzionato sopra, il Rebbe fu arrestato nel mezzo di una crisi diplomatica internazionale e i Sovietici avevano messo un embargo per telegrammi inviati fuori dal paese. Di conseguenza la notizia dell’incarcerazione del Rebbe, e della minaccia alla sua vita si diffuse ancor più lentamente del solito. Il 28 Giugno i giornali internazionali iniziarono a riportare la notizia dell’arresto. Il giorno dopo, Rav Avraham Yitzchak HaKohen Kook, il capo rabbino della Terra d’Israele, telegrafò l’American Joint Distribution Committee con un messaggio urgente “Ricevuta grave notizia, Rabbi Schneierson di Lubovitch (sic) arrestato [a] Leningrado [da] Bolshevichi. Provate di tutto per la sua liberazione. Risultati del telegramma.”. Due anni dopo il Rebbe visitò la città santa di Gerusalemme dove ebbe un incontro molto emozionante con Rav Kook.


9. Dr. Joseph Rosen: un telegramma al Cremlino


Il Dottor Joseph Rosen era il capo della Agro-Joint, un’organizzazione umanitaria gestita dalla American Joint Distribution Committee in collaborazione con il governo Sovietico, principalmente per dare un supporto agli insediamenti agrari Ebrei. Rosen aveva incontrato il Rebbe a Mosca numerose volte ed aveva agevolato finanziamenti per la rete del Rebbe di rabbini ed attivisti che lavoravano per la salvaguardia della vita Ebraica osservante. In un telegramma scritto molto duramente a un ufficiale di alto livello al Cremlino, Pyotr Smidovich, Rosen enfatizzò che le attività del Rebbe “sono note che sono totalmente non politiche”. Infatti, il Rebbe stesso disse ai suoi interrogatori che egli era un sostenitore della collaborazione del governo con la Joint: “Tre anni fa, nel 1924, scrissi una lettera agli Ebrei d’America esortandoli a sostenere l’insediamento agricolo Ebraico nell’Unione Sovietica. Mi imprigionate come un nemico degli Ebrei e dello stato. Ciò è totalmente falso. Nonostante grandi differenze ci dividano, io sostengo quegli sforzi che sono creative, come la mia lettera all’America conferma”.


10. La pressione sale: un incontro a Berlino


Un’altra fonte di pressione internazionale giunse da Berlino dove Rav Meir Hildesheimer, capo del famoso collegio rabbinico Hildesheimer (nella foto in basso a destra) e il Dottor Leo Baeck, un leader prominente e un teologo dell’Ebraismo liberale (nella foto in basso a sinistra) contattarono il Dr. Oskar Cohn, un rappresentante Ebreo del partito Socialista (nella foto in alto a destra). Questi organizzò un incontro con l’ambasciatore Russo a Berlino Nikolay Krestinsky (in alto a sinistra) che l’assicurò che era un complotto della Yevsektsiya che l’arresto del Rebbe non era partito dal governo centrale a Mosca. Nonostante l’insistenza della Yevsektsiya che il Rebbe era un nemico dello stato, i più alti funzionari dello stato eventualmente capirono che non potevano legittimamente classificare il suo sostegno per la religione come un crimine. Krestinsky promise di fare tutto il possibile per assicurare la sicurezza e il rilascio del Rebbe.


11. Intervento dall’alto; Alexei Rykov Premier della Russia


La figura più potente che intervenne a favore del Rebbe era Alexei Rykov (nella foto). Nonstante di fatto Stalin stava già imponendo la sua autorità suprema, Rykov era il premier in carica all’epoca. Sotto pressione in costante aumento sia interna che internazionale, le autorità centrali di Mosca commutarono la sentenza di morte del Rebbe, prima a dieci anni di lavori forzati nel campo dell’isola Solovetsky, descritto come la “madre dei Gulag” e in seguito a tre anni di esilio a Kostroma, circa trecento km al nord-est da Mosca. Messing, il presidente anti-religioso della OGPU di Leningrado era furioso per via di questi interventi e si vendicò ordinando al Rebbe di andare a Kostroma di Shabbat. Sapendo che una desacrazione pubblica dello Shabbat avrebbe indebolito la morale di tutti coloro che lo consideravano fonte d’ispirazione, segnando una vittoria per la Yevsektsiya, il Rebbe rifiutò di assecondare l’ordine di Messing. Disperati, i chassidim contattarono nuovamente Yekaterina Peshkova della Croce Rossa Politica. Tramite gli sforzi della Peshkova, Rykov in persona chiamò Menzhinsky, il presidente nazionale della GUP e gli ordinò di spostare la partenza a Domenica.


12. Influenza Diplomatica: l’accordo commerciale tra Russia e Latvia


Il 2 Giugno, meno di due settimane prima dell’arresto del Rebbe, la Latvia aveva firmato un accordo commerciale storico con l’Unione Sovietica. Tuttavia il parlamento della Latvia doveva votare al riguardo, voto che sarebbe stato tenuto a fine Ottobre. C’erano varie controversie riguardo l’accordo che si accuirono a causa della crisi diplomatica tra la Gran Bretagna, la Polonia e l’Unione Sovietica. Latvia era involontariamente coinvolta, cos ache portò a discussion accese nel parlamento e nei giornali. Mordechai Dubin (nella foto sopra) era sia un chassid Chabad che un membro eletto del parlamento Latviano ed egli capì che la situazione poteva essere usata a vantaggio del Rebbe. Accadde quindi che entro dieci giorni dalla sua partenza per Kostroma, il Rebbe fu rilasciato e gli fu permesso di tornare a casa. Era chiaro però, che ogni momento che il Rebbe rimaneva in Russia era pericoloso, ed immediatamente iniziarono gli sforzi per assicurare la sua partenza. A causa del rifiuto costante degli ufficiali Sovietici, Dubin andò a Mosca per negoziare. A quel punto era ovvio che l’accordo commerciale Russo-Latviano sarebbe stato approvato solamente con un margine di voto molto stretto. Quando Dubin chiarì che il suo sostegno dipendeva interamente dalla garanzia del passaggio sicuro del Rebbe in Latvia, le autorità Sovietiche acconsentirono alle sue richieste con riluttanza.


13. Congedo e Libertà: la distanza fisica non conta


Sul treno in partenza per Kostroma, il Rebbe diede un discorso commovente ai numerosi chassidim che erano affluiti alla stazione di Leningrado per salutarlo. “D-o è con noi, D-o sarà con noi…la Torà, le Mitzvòt e le usanze Ebraiche non sono soggette alle opinioni di altri né può essere usata una forza oppressiva contro di esse…dobbiamo ricordare che la prigionia e il lavoro forzato sono solo cose temporanee, mentre la Torà, le mitzvòt e il popolo Ebraico sono eterni…meno di Quattro mesi dopo, il Rebbe nuovamente salì su un treno, preparandosi a lasciare la Russia per sempre. Ad ogni stazione sul percorso, folle di chassidim si riunirono e ci furono molti momenti toccanti di speranza e connessione. In una lettera di commiatto scritta per questo viaggio molto importante il Rebbe scrisse: “Come l’acqua riflette un viso, il mio cuore è sveglio e sente la dolcezza pura e la forza del legame interiore ed essenziale dell’intera comunità di chassidim…la mia fede mi rafforzerà e mi consolerà, la distanza fisica non ci separerà mai, D-o non voglia…che D-o rallegri il mio cuore ed il Vostro, vedendo bambini e nipoti coinvolti nella Torà e nelle mitzvòt con mezzi abbondanti fisicamente e spiritualmente…tutte le loro preoccupazioni, sia fisiche che spirituali, toccano la profondità del mio cuore…” questa foto è stata scattata nel 1929 durante la visita del Rebbe agli Stati Uniti.

Per una descrizione più dettagliata del saluto del Rebbe e dei chassidim vedi The Smoke of the Rebbe’s Train.

Fonti:

Di Yisurim Fun Lubavitcher Rebben (Riga, 1930) [Yiddish].

Edgar Anderson, “The USSR Trades with Latvia: The Treaty of 1927.” Slavic Review 21, no. 2 (1962): 296-321.

David E. Fishman, “Judaism in the USSR, 1917-1930: The Fate of Religious Education” in Yaacov Ro’i (ed.), Jews and Jewish Life in Russia and the Soviet Union (London and New York: Routledge,1995), 251-262.

Maria Galmarini, The “Right to be Helped”: Welfare Policies and Notions of Rights at the Margins of Soviet Society, 1917-1950 (University of Illinois at Urbana-Champaign, 2012)

Shalom DovBer Levine, Toldot Chabad Be-russia Ha-sovietit (New York: Kehot Publication Society, 1988) [Hebrew].

Shalom DovBer Levine, Mi-beit Ha-genazim (New York: Kehot Publication Society, 2009) [Hebrew].

Alter B. Metzger, The Heroic Struggle: The Arrest and Liberation of Rabbi Yosef Y. Schneersohn of Lubavitch in Soviet Russia (New York: Kehot Publication Society, 1999).

American Archivi della Jewish Joint Distribution Committee .