“Ci sono dei giorni in cui mi sento veramente emozionata pensando al futuro, ed entusiasta di tutto ciò che vorrei fare nella mia vita”, così mi disse ultimamente una dei miei figli. “Ma a volte ci sono delle mattine in cui l’unica cosa che vorrei fare è restare a letto. Perché mi sento così diversa di giorno in giorno? Ha qualcosa a che fare con il meteo? Oppure dipende da come ho dormito la notte precedente? Perché non posso essere sempre felice?”
Il mio primo istinto fu di risponderle “Benvenuta nel vita reale, figlia mia…”. Ma a parte gli scherzi, la sua era una domanda importante. Nonostante il fatto che tutti noi abbiamo degli alti e bassi, c’è sempre un motivo per i “bassi”, ed il nostro primo tentativo è sempre quello di identificarne la causa. Quando raccontiamo ad un dottore di un nostro disturbo, la sua prima preoccupazione è di capire quale malattia ci possa essere dietro. Solo quando è stata identificata la fonte di questo malessere, è possibile iniziare il processo curativo. I nostri saggi dicono: “Capire la malattia è metà della cura”.
Se ti svegli una mattina e ti senti triste, la prima cosa che dovresti fare è tentare di identificare quali siano i pensieri che ti passano per la testa in quel momento e ti fanno sentire in quello stato. Di solito possono essere classificati secondo tre tipologie di origine:
1. Potrebbero avere a che fare con qualcosa di esterno. Forse qualcuno ti ha detto o ti ha fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare, oppure è accaduto qualcosa che ti disturba.
2. Altrimenti, potrebbe essere qualcosa che viene dall’interno, come un malessere fisico che influenza anche le tue emozioni.
3. Comunque l’origine più comune, è la tua immaginazione. Potresti immaginare che qualcuno sta pianificando qualcosa contro di te, o che qualcosa di negativo ti sta per accadere nel futuro.
Nella maggior parte dei casi è la terza categoria ad essere la fonte principale della nostra depressione. È la nostra immaginazione che si scatena e ci rende preoccupati e timorosi. Spesso mi piace dire che la parola FEAR (paura - N.d.T.) sta per False Evidence Appearing Real (Falsa Evidenza che Appare Reale - N.d.T.). Poiché l’evidenza è solo nella nostra immaginazione, dobbiamo prendere il controllo dei nostri pensieri, invece di permettere loro di prendere il possesso di noi stessi.
Nell’hard disk (nella memoria – N.d.T.) della nostra mente dovremmo avere una cartella dove tenere delle copie dei nostri pensieri positivi, e dei promemoria di tutte le benedizioni di cui siamo benedetti. Dovremmo riferirci a queste memorie regolarmente, in modo tale che il nostro cervello crei dei collegamenti veloci, per poter ricordarsene ogni qualvolta sia necessario. Così, quando un’immaginazione negativa ci presenta dei pensieri negativi, dovremmo usare immediatamente i nostri pensieri positivi e fare una immediata sostituzione.
Le cose che bisogna inserire nelle nostre cartelle di memoria positiva, dovrebbero includere pensieri quali quanto siamo fortunati ad esserci svegliati stamattina, mentre ad alcuni non è successo; il fatto che riusciamo a vedere, respirare, camminare, etc. Ma più che altro dovrebbe essere sempre presente il pensiero che D-o si è preso il disturbo di creare me, un essere umano unico, con un DNA unico, una mente unica, una personalità unica, dei talenti unici – un essere umano unico che non è mai esistito prima e non esisterà mai più. D-o ha riposto la sua fiducia in questo unico me, e vuole che ricordi sempre che io sono speciale, è che lo scopo della mia esistenza è di completare la missione per la quale sono stato creato, ovvero rendere il mondo un posto migliore.
Mia figlia mi disse che sapeva già tutto ciò, e che lo aveva già sentito altre volte, ma che aveva ancora delle difficoltà a controllare i suoi pensieri negativi. Mi disse che sapeva cosa fare, ma che spesso non riusciva a fare ciò che sapeva.
Quindi la rassicurai nella seguente maniera: “Quanto più spesso farai pratica della tecnica di ‘individua e sostituisci’ e ti convincerai che sei tu a controllare i tuoi pensieri, tanto più facile ti sarà farlo realmente. Nonostante non possiamo cancellare completamente i nostri pensieri negativi e le nostre giornate di cattivo umore, che sono parte della natura umana, possiamo però tenere in allenamento la nostra mente con i pensieri positivi, in modo tale che ci prenderà solo una attimo a poter passare dal sentirsi giù, all’essere veramente felici”.
Provalo – funziona veramente!
Le idee narrate in questo articolo sono basate su una lettera del Rebbe di Lubavitch (Igrot Kodesh, Volume 14, pagina 22)
Rav Yaakov Lieder, per gentile concessione di Chabad.org, traduzione di Daniel Raccah 98
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