Mercoledi mattina. Apro Facebook e leggo la storia seguente, condivisa da un amico:
“[Quando ero giovane e vivevo in Eretz Israel] lavoravo in un salone per eventi. Nel 1982 un padre ed una figlia vennero nell’ufficio per prenotare la sala per il matrimonio della giovane. D’un tratto, mentre si parlava dei dettagli del matrimonio, il padre iniziò a piangere.
Ero molto perplessa e non capivo cosa stesse succedendo. Dopotutto, un matrimonio è un’occasione felice! Tra le lacrime, il padre, Yonah Baumel, mi disse che suo figlio era disperso ed egli non era sicuro che sarebbe stato trovato vivo…in tal caso, la famiglia avrebbe forse dovuto osservare la shivà, ed il matrimonio posticipato.
Non dimenticherò mai questo momento” ella concluse.
Quasi ogni Israeliano conosce il nome di Zecharia (Zachary) Baumel. Il piccolo paese d’Israele ha pochi soldati dispersi ed essendo Israele una piccola grande famiglia, molti conoscono i loro nomi, le loro foto e le loro storie.
Zechariah Baumel era uno dei soldati dispersi. Egli era un comandante di un carro armato nella prima guerra del Libano. Nell’ultima lettera che scrisse ai suoi genitori, egli disse: “non vi preoccupate, è tutto a posto, ma sembra che non tornerò a casa presto”.
Purtroppo egli non tornò per 37 anni.
Per anni, suo padre Yonah viaggiò per il mondo, incontrando capi di stato e leader nel suo sforzo per trovare suo figlio. Tristemente, le informazioni che Yonah tanto cercò non gli furono prevenute prima della sua scomparsa nel 2009.
Mercoledi scorso, finalmente Zechariah tornò a casa. I suoi resti furono ritrovati e riportati a casa con l’aiuto di un terzo paese. Il suo ultimo viaggio fu a bordo di un volo dell’El Al.
In un discorso molto toccante e visibilmente commosso, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu disse: “Vicino ai suoi resti sono stati ritrovati la sua tuta ed i suoi tzitzìt”.
Sono rimasto molto colpito da questo dettaglio.
I tzitzìt sono un simbolo dell’orgoglio di essere Ebrei.
Quando Zechariah andò in guerra, era fiero della sua identità. Era fiero di essere ebreo, fiero di proteggere il suo paese ed era disposto a rischiare la sua vita per salvaguardare la sicurezza dei suoi fratelli e delle sue sorelle.
I suoi tzitzìt rimasero con lui per tutti questi lunghi anni e furono sepolti con lui per il suo riposo eterno, questa settimana.
Zechariah, sei un eroe. Sarai sempre nei nostri cuori e la tua fierezza nell’essere ebreo sarà sempre una fonte d’ispirazione per noi.
In tua memoria, prendiamo la decisione di indossare i tzitzìt.
Adattato da un testo di Rav Mendy Kaminker
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