A prima vista sembra semplice. Aprendo la Meghillà (il Libro di Ester) si notano due versetti:
“E Mordechai scrisse queste cose e inviò lettere a tutti gli Ebrei...” Ester 9.20
“Ora, la regina Ester, figlia di Avichail, e Mordechai l’Ebreo scrissero tutte [le azioni] di forza, per confermare la seconda lettera di Purìm” Ester 9.29.
Da lì i saggi deducono che Mordechai ed Ester scrissero la Meghillà insieme.
Tuttavia non è semplice: infatti quando il Talmùd elenca gli autori dei vari testi della Torà, esso dice che il Libro di Ester è stato scritto dagli Anshè Knesset Hagedolà, gli Uomini della Grande Assemblea, un panello di 120 profeti e saggi che erano la massima autorità religiosa nell’inizio dell’era del Secondo Tempio, nella Terra d’Israele.
Questo consiglio era stato stabilito qualche anno dopo gli eventi di Purìm. Come mai la Meghillà non è stata scritta subito? Rav Shlomo Yitzchaki (noto come Rashì) spiega che esso doveva essere scritto nella Terra d’Israele perché “la profezia non può essere trascritta ed inclusa nel canone dei Testi Sacri fuori dalla Terra Santa”.
Chi, allora, ha scritto il Libro di Ester?
La spiegazione semplice è che è stato scritto due volte. Ester e Mordechai scrissero gli eventi poco dopo che accaddero. Con ispirazione Divina essi composero la storia, mostrando l’orchestrazione Divina durante i circa nove anni delle vicende di Purìm.
Tuttavia il loro manoscritto mancava di santità, per cui era solo una documentazione storica degli eventi. Infatti secondo alcuni, è questo il motivo per il quale la Meghillà non contiene il nome di D-o. Mordechai ed Ester sapevano che i Persiani userebbero questo racconto, includendolo nei loro testi storici, e che avrebbero sostituito il nome di D-o con le loro divinità. Perciò decisero che sarebbe stato più rispettoso verso D-o di non includere il Suo nome.
Più avanti nel tempo, la Regina Ester chiese ai saggi di includere la Meghillà nei 24 libri sacri del Tanach. Gli Anshè Knesset Hagedolà la riscrissero con ispirazione Divina e fu inclusa nei 24 libri.
Solamente dopo che fu riscritta è diventato possibile analizzare e spiegare ogni sfumatura, come la misura di alcune lettere ecc.
Come menzionato sopra, la Meghillà di Ester è particolare perché il nome di D-o non figura nel testo.
Allo stesso tempo, il messaggio di fondo è che la mano nascosta di D-o è attiva anche nei momenti più bui controllando la salvezza del popolo Ebraico. Pertanto, il Libro di Ester è particolarmente apprezzato in momenti di esilio. Questo è uno dei motivi per cui i nostri saggi dicono che nell’era messianica la Meghillà avrà un significato particolare, più degli altri libri del Tanach.
Che ciò avvenga presto nei nostri giorni Amen!
Rav Yehuda Shurpin, Chabad.org
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