Domanda: È vero che la Torà dice che il massimo che una persona può vivere è 120 anni? Ho spesso sentito dire che è così e ne vorrei conferma.
Risposta: Nel libro di Genesi (cap. 6) si legge della malvagità della generazione di Nòach. Nel terzo verso è scritto: “Il Sign-re disse: ‘Il Mio spirito non si dibatterà per l’uomo per sempre, poiché egli è anche carne, e i suoi giorni saranno cento e venti anni’”.
Premetto che i targumìm (le traduzioni interpretative aramaiche) e gran parte dei classici ebraici spiegano “i suoi giorni saranno cento e venti anni” nel senso che D-o aveva deciso di dare 120 anni di tempo alla generazione del Diluvio per migliorare il loro comportamento; se fossero migliorati, essi sarebbero stati salvati, altrimenti, passato quel lasso di tempo, i loro giorni sarebbero finiti e D-o avrebbe purificato il mondo con il diluvio.
Ibn Ezra dice che secondo alcuni commentatori questo verso stabilisce il massimo degli anni che gli umani vivranno da dopo il Diluvio in poi; però lui non è d’accordo poiché molti, inclusi i Patriarchi, vissero più a lungo, ed è solo ai tempi di Moshè che la gente inizò a spirare prima di raggiungere questa età.
Nonostante ciò, c’è un’opinione nella tradizione ebraica che collega questo verso al fatto che quasi nessuno vive fino a 120 anni, e solo persone speciali come Moshè raggiungono questa pietra miliare.
Come collochiamo allora l’opinione di Ibn Ezra? Rabbi Menachem Mendel di Lubavitch, noto come il Tzemach Tzedek, spiega che il graduale declino della durata della vita, che si ridusse a 120 anni solo all’epoca di Moshè, era il risultato dei sacrifici di Noach, che mitigarono la severità del decreto Divino.
Rav Menachem Posner, Chabad.org
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