In questo articolo:
- Cos’è il salmo 23?
- Storia del salmo
- Leggi il salmo 23 in Ebraico
- Leggi il salmo 23 in Italiano, traduzione della Mamash Edizioni Ebraiche
- Traslitterazione del salmo 23
- Ascolta il salmo 23 in Ebraico
- “Il Sign-re è il mio pastore”
- “Anche mentre cammino ... perché Tu sei con me.”
- Quando viene detto il Salmo 23?
- Perché lo recitiamo?
- Motivazioni ulteriori
Cos’è il salmo 23?
Il Salmo 23, che inizia con le parole "Mizmor leDavid" ("Salmo di David") è probabilmente il più famoso di tutti i Salmi. In esso, re David canta della protezione di D-o riferendosi a Lui come un pastore, descrive come la sua fiducia in Lui non vacilli mai e come, persino mentre attraversa la valle dell'ombra della morte, D-o lo protegga dal pericolo, sconfigga i suoi nemici, e lo incoroni nella Sua casa.
In tutti e sei i versi, il salmo è un’eterna testimonianza dell’indissolubile fede del popolo ebraico nella certezza che D-o sia sempre con noi proteggendo e guidando il nostro cammino.
Storia del salmo
Rashì insegna che questo salmo fu composto da David mentre era in fuga dal re Saul intento ad ucciderlo. Nascosto nella secca foresta di Hereth nella Giudea, sull'orlo della morte senza cibo o bevande, David fu miracolosamente salvato da D-o che lo nutrì con un assaggio del Mondo a venire. Grato, egli scoppiò quindi in un canto, descrivendo la vastità della propria fiducia in D-o.
Secondo l'interpretazione del Targùm e di Radàk, David allude al modo in cui D-o soddisfò ogni singola esigenza di noi ebrei durante i 40 anni di permanenza nel deserto, e a come canteremo quando D-o ci riporterà nella Terra Santa; David canta quindi non solo per se stesso, ma per ogni ebreo.
Nel corso dei secoli, in tempi sia di gioia che di dolore, milioni di ebrei raccolsero forza da queste sincere parole - parole che li confortarono, sollevarono e rafforzarono la loro fiducia nell' Onnipotente. La fiducia che D-o, il nostro fedele pastore, non abbandonerà mai il suo prezioso gregge ma alla fine ci solleverà ed esalterà eternamente nella Sua santa casa.
Leggi il salmo 23 in Ebraico
- מִזְמור לְדָוִד ה׳ רֹעִי לֹא אֶחְסָר.
- בִּנְאוֹת דֶשֶׁא יֵרְבִּיצֵנִי, עַל-מֵי מְנֻחוֹת יְנַהֲלֵנִי.
- נַפְשִׁי יְשׁוֹבֵב, יַנְחֵנִי בְמַעְגְלֵי-צֶדֶק לְמֵעֵן שְׁמו
- גַם כִּי-אֵלֵךְ בְּגֵיא צַלְמָוֶת לֹא-אִירָא רָע כִּי-אַתָּה עִמָדִי, שִׁבְטְךָ וּמִשְׁעַנְתֶּךָ הֵמָה יְנַחֲמֻנִי
- תַּעֲרֹךְ לְפָנַי שֻׁלְחָן נֶגֶד צֹרְרָי, דִשַנְתָּ בַשֶמֶן רֹאשִי כּוֹסִי רְוָיָה
- אַךְ, טוֹב וָחֶסֶד יִרְדְפוּנִי כָּל-יְמֵי חַיָי, וְשַׁבְתִּי בְּבֵית-ה׳ לְאֹרֶךְ יָמִים
Leggi il salmo 23 in Italiano, traduzione della Mamash Edizioni Ebraiche
- Il canto di David. Il Sign-re è il mio pastore; nulla mi manca.
- Su verdi prati mi farà riposare; mi guiderà lungo acque tranquille.
- Egli ristorerà la mia anima, mi condurrà per retti sentieri, in grazia del suo Nome.
- Anche se dovessi andare nella valle dell'ombra della morte, non temerò alcun male, perché Tu sei con me; la tua verga e il tuo bastone mi danno conforto.
- Tu mi hai apparecchiato la mensa, a dispetto dei miei nemici; hai unto con l'olio il mio capo e trabocca il mio calice.
- Che solo la tua bontà e la tua carità mi seguiranno tutti i giorni della mia vita e io dimorerò nella casa di Hashem per lunghi anni.
Traslitterazione del salmo 23
- Miz-mor le-da-vid, a-do-nai ro-ì lò ekh-sar.
- Bin-òt de-shè yahr-bi-tzey-ni, al mè me-nu-khoht ye-na-hah-lay-ni.
- Naf-shi ye-sho-vèv, yan-che-ni ve-ma-ghe-lè tze-dek le-ma-an shemò.
- Gam ki e-lekh be-gei tzal-ma-vet, lo i-rà rà, ki atà i-ma-di, shiv-te-khà u-mish-an-te-khah he-mà ye-na-khah-mu-ni.
- Tah-a-rohkh le-fa-nai shul-khahn ne-ghed tzo-re-rai, di-shahn-tà va-she-men ro-shi, ko-si re-va-ya.
- Ahkh tov va-kheh-sehd yir-de-fu-ni kol ye-mei khah-yai, ve-shav-ti beh-vait A-do-nai le-o-rehch ya-mim.
Ascolta il salmo 23 in Ebraico
“Il Sign-re è il mio pastore”
Nel Midrash, nel Talmùd e in tutta la tradizione ebraica, l'idea di pastore porta con sè molto significato. Infatti un vero pastore bada al suo gregge con amore e devozione, fornendo ad ogni pecora esattamente ciò di cui ha bisogno. Molti dei nostri leader iniziarono come pastori, compresi i 12 figli di Giacobbe, David e Mosè. Fu infatti proprio per la dedizione dimostrata verso i soggetti per cui erano responsabili, da loro nutriti e curati con amore, che D. li scelse per guidare il Suo popolo.
Mosè, il più grande di tutti i leader ebraici, viene descritto come un raya m’hemna, un fedele pastore, una personalità incarnata sia nella veste di pastore reale che come pastore del suo popolo. Mosè si prendeva cura delle persone a livello personale, badando con premura ad ogni individuo e provvedendo ai suoi bisogni analogamente a come nutriva ogni pecora con il tipo di erba ad essa più adatto.
"D-o è il mio pastore non mi mancherà nulla." D-o è il pastore per antonomasia, poiché il Suo è uno sguardo che mai si discosta dal Suo gregge, il popolo ebraico. Egli si prende cura di ogni singolo ebreo, assicurando che "non [gli] mancherà nulla". Fornisce loro sostentamento abbondante, fisico e spirituale, a ciascuno secondo i propri bisogni. Mentre il salmo continua, D-o ci guida "accanto a pascoli verdi e acque tranquille".
“Anche mentre cammino ... perché Tu sei con me.”
La nostra fede nel nostro pastore celeste è tale che “Anche mentre cammino nella valle dell'ombra della morte, non temerò alcun male perché tu sei con me". Anche in tempi di terribili sconvolgimenti e dolori, non abbiamo paura, perché sappiamo che D-o è con noi. Attraverso i secoli molti ebrei trovarono conforto in queste commoventi parole. Nel corso di terribili sofferenze e dolori, le immortali parole di questo salmo riecheggiarono nei nostri cuori e nelle nostre orecchie. Legati al rogo durante l'inquisizione spagnola, massacrati dai cosacchi nell'Europa orientale o inviati ai fuochi di Auschwitz, le nostre labbra non cessarono di mormorare il canto di re David. Questa rappresentazione della incrollabile e irremovibile fiducia dell'ebreo nei confronti di D-o sostenne i nostri antenati in tempi di dolore e trionfo.
Quando viene detto il Salmo 23?
Oltre a essere detto in periodi di difficoltà e come parte della collezione specifica di salmi recitato per conto di una persona malata, Mizmòr Ledavid è notoriamente cantato a Shabbat, durante la seudà shelishìt¸il terzo pasto di Shabbat consumato nelle ore crepuscolari. Alcuni lo recitano addirittura tre volte, altri (Chabad inclusi) anche prima di consumare gli altri due pasti di Shabbat (venerdì sera e sabato mattina) nonché alla conclusione dei servizi del venerdì sera.
Perché lo recitiamo?
L’usanza di recitare Mizmòr leDavid di Shabbat, prima di ogni pasto e durante le preghiere, proviene in realtà dal famoso rabbino cabalista Yitzchak ben Shlomo Luria, l'Arizal (1534-1572). Perché proprio di Shabbat? Come accennato, il tema principale del salmo è la fiducia in D-o quindi, di Shabbat, quando ci è comandato di riposare e ci è proibito lavorare, recitiamo questa preghiera, proclamando la nostra fiducia che sarà D-o, il nostro fedele pastore che fornisce e dà sostentamento a tutti e provvede per noi. Questa idea è particolarmente correlata al versetto: "Hai preparato un tavolo davanti a me in presenza dei miei avversari". Questo è anche il motivo per cui lo diciamo in particolare alla fine di Shabbat, quando siamo in procinto di rientrare nel mondo mondano e faticare per guadagnarci da vivere. Inoltre, l'Arizal spiegò come questo salmo aiuti a rafforzare i più insicuri, preoccupati che il loro sostentamento risentirà del loro mancato lavoro durante Shabbat. Recitando Mizmòr leDavid, insegnò, si svilupperà la giusta fiducia in D-o.
È interessante come i cabalisti insegnino che questo salmo abbia un significato speciale per il sostentamento perché è composto da 57 parole - il valore numerico della parola zan che significa sostenere - e 227 lettere - il valore numerico della parola brachà, benedizione - un ulteriore rimando al fatto che D-o sia la fonte del nostro sostentamento.
Forse è questo anche il motivo per cui viene detto specificatamente prima di iniziare i pasti, ossia prima di godere del sostentamento che D-o ci ha concesso.
Motivazioni ulteriori
Di seguito alcune ulteriori interessanti spiegazioni sul perché recitiamo Mizmòr leDavid durante Shabbat.
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Mosè venne a mancare di Shabbat pomeriggio (secondo alcune opinioni) ed egli come menzionato, viene indicato come "raya m’hemna", il fedele pastore degli ebrei. Lo ricordiamo quindi in questo momento come ad affermare che sebbene egli non sia più con noi, non abbiamo paura, perché sappiamo che D-o è il nostro pastore eterno.
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Rabbi Menachem Mendel Rimanov (1745-1815) rebbe chassidico ed autore del Divrei Menachem, spiega il versetto "Hai preparato un tavolo davanti a me in presenza dei miei avversari" come un accenno alla manna che D-o forniva agli ebrei nel deserto. Shabbat ha un legame speciale con la manna poiché una doppia razione cadeva dal cielo il venerdì per ogni ebreo, per il giorno stesso e per Shabbat (che è inoltre uno dei motivi per cui abbiamo due challot ad ogni pasto di Shabbat). Questa è forse un'altra ragione per cui diciamo Mizmòr leDavid in particolare prima dei pasti, soffermandoci sul miracolo della manna e come anche adesso, proprio come allora, sia D-o a provvedere per noi.
Traduzione di Joelle Sara Habib, revisione di Vanessa Collini
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