Mi manca la mia comunità
Per due settimane, il mio Shabbat non è stato lo stesso e a dire il vero neanche i venerdì.
Gran parte di ciò che faccio, ruota attorno la mia comunità !
Preparo un gustoso (posso dire leggendario?) cholent il venerdì. Lavoro con mia moglie affinché sia tutto pronto sia in casa che in sinagoga
Penso a quale lezione possa insegnare durante la funzione
E poi, preparo la parashà della settimana e saluto cordialmente chi viene a pregare con noi.
Oltre ai soliti abituali frequentatori, vengono da noi anche coloro che vogliono passare uno Shabbat con i loro cari che sono degenti in ospedale o centri di riabilitazione che si trovano vicino al nostro centro.
Era così bello stare tutti insieme.
Dopo la tefillà, c’era il kiddùsh, ma l’aspetto migliore non era il cibo, anche
se era buono, bensì la sensazioni di stare insieme, uniti attorno al tavolo,
parlando, cantanto, raccontando storie e condividendo pensieri della Torà.
Tutto questo mi manca molto.
Nonostante tutto non voglio usare Zoom di Shabbat
Perché no?
Perché come molti sanno, durante le 25 ore dello Shabbat, io mi astengo dal fare ogni lavoro creativo, incluso usare apparecchi elettronici.
Per cui non uso il telefono o il computer e non accendo né spengo le luci.
E cosi, nonostante uso tutti i mezzi di comunicazione digitale con la mia comunità durante la settimana, di Shabbat mi astengo.
Oggi, pensavo che esiste qualcosa di speciale nel passare lo Shabbat senza la mia comunità a causa del coronavirus.
Pensavo che noi ci consideriamo membri di un gruppo e per certi versi dimentichiamo che siamo anche individui raggruprandoci invece come fan di tale squadra di calcio o di una certa squadra di basket. Oppure, di
gruppi politici
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Se ci pensiamo un attimo ci rendiamo conto che molti aspetti delle nostre vite riguardono gli hobby interssi e usi che abbiamo in comune,
Tuttavia, anche se appartenere a un gruppo di qualsiasi genere ci fa sentire uniti c’è qualcosa di più, ed è l’individualità
Sono una persona ,unica, creata nell’immagine dell’Unico D-o.
Si, tu puoi pregare D-o da solo. Senza un rabbino, senza la tua comunità che siede vicino a te.
Non è l’ideale, lo so, ma se D-o ci ha messo in questa situazione vuol dire che Egli vuole qualcosa da noi.
D-o ci ama non solo perché facciamo parte di un gruppo, ma per la nostra individualità. Lui vuole una relazione con noi a livello molto personale.
Io spero e prego che questo periodo finisca presto. E quando ciò accadrà, che noi possiamo ricordare questo insegnamento nei nostri cuori.
Traduzione di Rita Kahlun
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