Il ramo d’ulivo nella Torà
Molto prima che gli antichi Greci usassero il ramo d’ulivo come un simbolo di pace e vittoria, la Torà documenta (o testimonia) che una colomba portò un ramo d’ulivo all’arca di Noach (Noè) come messaggio che il diluvio universale, il mabùl, era finito. In poche parole i fatti si svolsero in questo modo:
Dopo il mabùl, Noach inviò diversi uccelli fuori dall’arca per vedere se l’acqua si era ritirata. Prima mandò un corvo, ma esso non trovò un posto dove posarsi e tornò nell’arca. In seguito mandò una colomba, ma anch’essa tornò. Poi, nel trecentunesimo giorno del mabùl, Noach inviò un’altra colomba. Questa rimase fuori tutto il giorno e poi “la colomba entrò da lui alla sera, ed ecco, nella sua bocca c’era una foglia d’ulivo strappato; e Noach seppe che le acque si erano ritirate dalla terra” (Genesi 8:11).
Come mai l’uccello portò proprio una foglia d’oliva?
Le olive sono resistenti
Alcuni commentatori spiegano che gli alberi d’ulivo sono molto resistenti e quindi riescono a sopportare condizioni estreme. Nonostante il fogliame non sopravisse al diluvio, l’albero stesso si mantenne. Pertanto, quando la colomba portò un ramo d’ulivo, era un segno che le acque erano retrocedute tanto da permettere alle foglie di crescere nuovamente.
Sappiamo che la Torà non si dilunga mai, quindi sarebbe bastato che il verso ci avesse detto che la colomba era tornata con delle foglie, senza specificarne il tipo. Se il testo lo menziona, significa che il ramo d’ulivo ha un significato profondo; inoltre, perché è importante sapere che l’uccello lo teneva nella sua bocca?
L’amaro è preferibile
Il commentatore Rav Shlomo Yitzchaki, noto come Rashì, cita il seguente insegnamento del Talmùd: “La colomba disse: ‘Meglio che il mio cibo sia tanto amaro quanto un’oliva dalle mani di D-o piuttosto che dolce quanto il miele dalle mani di un essere umano’” Rashì, su Genesi 8:11.
Il Rebbe di Lubavitch, Rabbi Menachem Mendel Schneerson, spiega che il ramo d’ulivo ci insegna che piuttosto che riporre la nostra fiducia nelle promesse di pace dell’uomo, dovremmo avere fiducia in D-o. Anche se momentaneamente la situazione può sembrare un po’ amara, alla fine, sono questa promessa e questo patto che prevarranno.
Dunque, il vero simbolismo del ramo d’ulivo è ben diverso dal pensiero convenzionale che simboleggia “un nuovo mondo pacifico” (da un discorso del Rebbe, Noach 5734-1974); infatti, anche se il concetto di ramo d’ulivo sembra abbia origine nella Torà, non è mai stato usato come tale dal popolo ebraico.
Questo insegnamento era molto pertinente dopo il mabùl, quando la gente si stava ricostruendo la civilizzazione sulla base della collaborazione collettiva, ma alla fine si ribellò contro D-o costruendo la Torre di Bavel e fu dispersa in vari paesi. Così pure al giorno d’oggi, quando si lavora insieme per promuovere la pace, non dovremmo farlo per la nostra fiducia nell’uomo ma per la fiducia in D-o.
Avere fiducia in D-o affretterà l’arrivo di un’era di vera pace con l’arrivo del Mashiach, che sia presto nei nostri giorni, amen!
Parliamone