La prima volta che ci imbattiamo nel talento musicale del Re David, egli è un ragazzo giovane che è appena stato unto come re dal profeta Shemuel in una cerimonia privata. Subito dopo, lo spirito di D-o lascia il Re Shaul ed egli sente un forte senso di malinconia e ansia. Su consiglio dei suoi servi, Shaul invia messaggeri in cerca di un arpista per aiutarlo a rallegrarsi. Il giovane David incontra favore agli occhi del re, che lo nomina suo portatore d’armi e gli dà anche il compito di suonare l’arpa per rallegrare il re quando necessario.

Diversi salmi iniziano con le parole “Al direttore del coro, con le melodie sulla sheminìt (“a otto corde”)”, oppure “Ringraziate il Sign-re con un’arpa, con una lira…”; tali versi indicano che il Re David li compose accompagnandoli con l’arpa.

Da notare che nonostante che nella traduzione moderna kinòr e nevel siano solitamente tradotti come arpa e lira, in realtà lo strumento che il re David usò era probabilmente più simile alla lira ed era uno strumento portatile che suonava con la mano.

Alla fine della sua vita, David viene descritto come il “dolce cantautore d’Israele”: “E queste sono le ultime parole di David; il detto di David figlio di Ishai, e il detto dell’uomo elevato in alto, l’uno del D-o di Yaakòv e il dolce cantautore d’Israele” (Shemuel II 23:1).

La sveglia di David

Il Talmùd riporta che una lira era appesa sopra il letto di David, e a mezzanotte, un vento del nord faceva sì che la lira suonasse da sola. A quel punto David si svegliava immediatamente e studiava Torà fino alle prime luci dell’alba.

Provenienza e il numero di corde

Il Midrash menziona una tradizione secondo cui le corde usate per lo strumento erano fatte da tendini presi dal montone che era stato offerto come sacrificio al posto di Yitzchak nell’episodio della Akedàt Yitzchak. Ci sono diverse opinioni riguardo al numero di corde sull’arpa. Da alcuni Salmi risulta che essa aveva sette corde, tuttavia, in base al versetto “Al direttore del coro, con le melodie sulla sheminìt, un canto di David”, alcuni commentatori spiegano che la parola sheminìt significa “otto” e quindi aveva otto corde. In un altro Salmi è scritto: “Sul decacordo e sulla lira, con canti accompagnati da un’arpa”, e ciò implica che l’arpa aveva dieci corde. I commenti spiegano che di solito il re David suonava uno strumento a sette corde, ma a volte ne usava uno a otto corde, e nel Mondo a Venire ne suonerà uno a dieci corde. Questi strumenti diversi sono simili agli strumenti suonati dai Leviti nel Bet Hamikdash, il Tempio di Gerusalemme, come è descritto nel Talmud (Arachìn 13b).

A questo punto immagino ti stia chiedendo che importanza ha l’arpa, e che differenza fa quante corde ha ora o quante ne avrà in futuro. Ebbene, la musica è uno dei doni più raffinati che abbiamo in questo mondo materiale; essa suscita emozioni profonde, trascende il pensiero e la parola e ha la forza di toccare la profondità dell’anima.

Lo Zohar spiega che la parola ebraica kinòr, arpa, è un termine composto dalla parola ner, “lume” (allusione all’anima che nel Libro di Proverbi è paragonata al lume di D-o) e dalle lettere chaf e vav che formano il numero 26, che è il valore numerico del Nome di D-o.

Inoltre, i numeri diversi delle corde dell’arpa corrispondono ai diversi stadi e livelli di affinamento e armonizzazione spirituale. Il numero sette rappresenta la creazione e la natura: i sette colori nell’arcobaleno, i sette giorni della creazione, i sette anni del ciclo dell’anno sabbatico ecc. I mistici spiegano che il numero sette corrisponde alle sette sefiròt (o attributi divini) che D-o emanò per definire il Suo rapporto con la nostra esistenza; siccome siamo stati creati “a immagine di D-o”, il carattere umano è composto da sette attributi: benevolenza, severità, armonia, preservanza, umiltà, fondamento e splendore. Pertanto, l’arpa a sette corde che i Leviti suonavano nel Tempio e quella del Re David riflettevano l’affinamento spirituale di questi sette attributi.

Il numero otto, invece, è al di sopra della natura; esso è la forza della santità che prende il posto dell’ordine naturale. Perciò, nell’era Messianica, i Leviti suoneranno un’arpa a otto corde, perché a quel punto saliremo di livello.

Il Mondo a Venire (che in questo contesto è l’era successiva alla venuta del Mashìach, quando il mondo sarà alla fine completamente raffinato) è rappresentato dall’arpa a dieci corde. Questo perché il numero dieci è considerato un numero completo. Il mondo è stato creato con dieci espressioni che corrispondono ai Dieci Comandamenti, e nel Mondo a Venire, il mondo si occuperà dello studio della Torà nello sforzo di capire il divino.

Che sia presto ai nostri giorni, Amen!