Il 20 di Sivan ricordiamo diverse tragedie che accaddero al popolo ebraico attraverso i secoli. Alcune erano così orripilanti che uno studioso ebreo scrisse che “le nuove tragedie fan sì che quelle precedenti vengano dimenticate1...”.

I martiri di Blois: 1171

Nel 1171 nella città Francese di Blois, un servo Cristiano sostenne di aver visto un ebreo buttare il corpo di un bambino nel fiume della Loira. Nonostante il fatto che nessun bambino fu dato per disperso, che nessun corpo fu trovato e che non c’erano altri testimoni, gli ebrei della città furono arrestati e torturati.

Inizialmente il conte di Blois, Teobaldo IV, era disposto a liberarli previo un riscatto; tuttavia un vescovo Augustiniano intervenì e confermò la testimonianza del servo (determinando che stava dicendo la verità facendolo galleggiare sull’acqua), per cui le trattative furono interrotte.

A quel punto il conte diede una scelta ai prigionieri, quella di essere battezzati o bruciati vivi. Tutti i cittadini ebrei scelsero di sacrificare le loro vite piuttosto che abbandonare la loro fede. Il 26 Maggio 1171, 20 Sivan 4931, 312 Ebrei tra cui 17 donne e qualche bambino, furono bruciati al rogo.

Secondo il racconto di un testimone, i fuochi non stavano consumando i loro corpi, allora il conte li fece uccidere di botte e poi fecebuttare i corpi nel fuoco. Durante il massacro, i martiri cantarono “Alenu leshabeach” “È nostro obbligo lodare il Sign-re di tutto”, questa preghiera viene recitata alla fine delle preghiere tre volte al giorno, e include frasi di lode a D-o.

In seguito a questa tragedia, gli ebrei di Inghilterra, Francia e della Renania, insieme a Rabbenu Yaakòv ben Meir (noto come il Rabbenu Tam), dichiararono il 20 di Sivan come un giorno di digiuno e pentimento. Forse a causa della notizia devastante, Rabbenu Tam venne a mancare tre settimane dopo, il 4 di Tammùz.

Questa non era la prima accusa di sangue contro il nostro popolo, ma era la prima dove il governo partecipò attivamente e la prima volta che Ebrei furono uccisi per via dell’accusa falsa. Molti considerano questo evento il precursore di tragedie simili che eventualmente portarono all’espulsione degli ebrei dall Francia.

Prima Crociata: 1096

Anche prima dell’accusa di Blois, che avvenne tra la seconda e la terza Crociata, il mese di Sivan era già considerato un periodo tragico per gli ebrei di Francia e della Renania. Infatti durante le Crociate migliaia di ebrei furono trucidati. Dopolo la prima Crociata, quando le comunità Ebraiche nei pressi del Reno furono distrutte dai crociati, i rabbini scrissero una preghiera che si chiama Av Harachamìm, il Padre della Misericordia. Questa preghiera si diceva lo Shabbat prima di Shavuòt, che è anche l’inizio del mese di Sivan. La preghiera ricorda tutti coloro che furono uccisi al kiddùsh Hashem, mentre santificavano il nome di D-o, ma predice anche che eventualmente D-o vendicherà tutte le vite che sono state troncate.

Pertanto, il 20 Sivan è diventato un giorno per ricordare le persone uccise durante le Crociate.

I massacri di Rintfleisch: 1298

Purtroppo ci furono altre tragedie, per cui il digiuno del 20 Sivan fu messo da parte fin quando un altro attacco avvenne in quello stesso periodo dell’anno.

Nel 1298 nella regione Tedesca della Franconia, in seguito a diverse accuse che gli ebrei avevano desacrato il pane sacro dei cristiani un certo Rindtfleisch (o “Rintfleisch”) radunò una folla e convinse i presenti ad uccidere gli ebrei. L’intera comunità di Rottingen fu distrutta; da lì la folla violenta distrusse altre comunità, saccheggiando e bruciando tutto. In alcune cittadine diedero la scelta agli ebrei di convertirsi o di essere bruciati. Intere famiglie e comunità furono uccise, tra cui anche i grandi rabbini dell’epoca. Complessivamente, più di 145 comunità furono distrutte, in Francia, Bavaria e Austria.

Dopo questi massacri, i rabbini dell’epoca ripristinarono il 20 di Sivan come un giorno di pentimento, siccome molti di essi avvennero in quel periodo.

I pogrom di Chmielniki: 1648-49

Passarono secoli e il digiuno non fu osservato dalla maggior parte degli ebrei fin quando una nuova tragedia colpì le comunità in Ucraina, Polonia e Lituania. Il leader cosacco, Bogdan Chmielniki istigò una ribellione contro la Commonwealth Polacca-Lituana che governava l’Ucraina all’epoca. I Cosacchi attraverserono quei paesi, distruggendo centinaia di comunità ebraiche.

I massacri continuarono durante i molti anni della ribellione, ma la distruzione improvvisa di molte comunità che iniziò nella primavera del 1648 è considerata la più brutale. Durante i pogrom, migliaia di ebrei furono bruciati, sepolti vivi e subirono altre atrocità. La crudeltà e l’atrocità dei Cosacchi fu replicata più avanti nel tempo dai Nazisti.

Gli eventi di quell’epoca sono chiamati Tach VeTat, l’acronimo degli anni ebraici [5]408–[5]409 che coincidono con gli anni 1648-1649.

In seguito ai pogrom di Chmielniki, un gruppo di leader ebrei noti come il Consiglio dei Quattro Paesi (il Vaad Arba Aratzòt), ristabilì il 20 Sivan come un giorno di digiuno per tutta la comunità in Polonia.

Perchè il 20 di Sivan?

Il 20 di Sivan è anche il giorno quando migliaia di ebrei nella città di Nemirov, Ucraina furono uccisi. Rav Yom Tov Lipmann Heller, noto come il Tosafòt Yom Tov, era il rav della città fino a cinque anni prima del massacro; egli stabilì che le selichòt, le preghiere penitenziali che erano state scritte per i martiri di Bloi, siano recitate il 20 di Sivan per ricordare i martiri dei pogrom di Chmielniki.

Rav Shabtai HaKohen, noto comi il Shach (1621-1662) uno dei grandi rabbini dell’epoca scrisse che un altro motivo per qui questa data fu scelta è che il giorno non cade mai di Shabbat, quando il lutto non è permesso.

Il 20 Sivan al giorno d’oggi

Fino alla Seconda Guerra Mondiale, era abbastanza usuale che gli ebrei della Polonia digiunassero il 20 di Sivan. Oggiogiorno invece, è perloppiù osservato da alcune comunità chassidiche, originarie dall’Ungheria.

Tra Maggio e Giugno del 1944 quasi 500.000 mila Ebrei Ungheresi furono deportati ad Auschwitz-Birkenau, e molti furono uccisi nelle camere a gas. Dopo la guerra, i rabbini Ungheresi decisero di commemorare la Shoà e la distruzione degli Ebrei dell’Ungheria ogni anno, nel 20 di Sivan.

Nonostante quasi tutti non digiunano il 20 di Sivan, ricordiamo i tragici eventi accaduti in quel mese dicendo l’Av Harachamìm esclusivamente quando si annuncia il mese di Sivan.

Sia la volontà di Hashem che possiamo presto vedere la realizzazione della fine della preghiera, l’arrivo del Mashiach, quando il nostro popolo vivrà in sicurezza e tranquillità nella Terra d’Israele.