Perché la regina Ester ha organizzato due feste?

Domanda: Uno degli eventi importanti nella storia di Purìm è quando Ester invita il re e Hamàn a una festa privata. Tuttavia, a questa festa anziché accusare Hamàn davanti al re, ella li invita a una seconda festa dove finalmente accusa il malvagio1 davanti al re. Che bisogno c’era di un secondo banchetto?

Risposta: Questo evento era un momento di svolta per il popolo ebraico, e si trova infatti nel mezzo del Libro di Ester, la Meghillà.

I commenti offrono diverse opinioni riguardo alla necessità di avere due feste; ne esploriamo alcune di seguito.

In attesa di un segno

Alcuni spiegano che all’epoca della prima festa, Ester non aveva nessuna indicazione che le preghiere, i digiuni e la teshuvà degli Ebrei fossero stati accettati. Perciò si trattenne dal fare la sua richiesta in quel momento, invitando il re e Hamàn a un secondo banchetto il giorno dopo. A quel punto, avendo visto che il re aveva reso onore a Mordechai, capì che le preghiere erano state accolte da D-o e continuò il suo piano al secondo banchetto2.

Timore di una reazione negativa

Siccome Ester era andata dal re senza essere stata convocata, in deroga alla regola, ella temeva che, se avesse accusato Hamàn immediatamente, il re avrebbe sfogato la sua ira su di lei, perfino condannandola a morte. Pertanto, Ester decise di lasciare passare del tempo tra il suo primo approccio al re e la sua accusa3.

Senza idolatria

Il Talmùd spiega che quando Ester entrò nella sala del trono di Achashverosh, una stanza piena di idoli, la Presenza Divina la lasciò4. Quindi Ester decise che quello non era un posto adatto per invocare miracoli e invitò il re nel suo appartamento. Tuttavia, Hamàn arrivò indossando un abito con un ricamo di un idolo (questo è anche il motivo per cui Mordechai rifiutò di inchinarsi a Hamàn); quindi ella rimandò ulteriormente la sua petizione al re. La sera dopo, Hamàn arrivò dopo una giornata passata a condurre Mordechai sul cavallo del re per le strade della città. Non volendo che il suo idolo “vedesse” la sua umiliazione, Hamàn quel giorno non indossò quell’abito. A quel punto Ester rivolse la sua richiesta al re, accusando Hamàn di complottare contro di lei e il suo popolo5.

La gelosia del re

Ester sapeva che per vincere Hamàn avrebbe dovuto prima risvegliare la gelosia e il sospetto nel re verso Hamàn. La sua strategia era di invitare il re come ospite d’onore e Hamàn come un ospite aggiuntivo, come dice Ester: “Se al re va bene, vengano il re e Hamàn oggi al banchetto che ho preparato per lui [il re]”6. Invece, quando li invitò per il secondo banchetto, Ester disse: “Che venga il re con Hamàn al banchetto che preparerò per loro7, dando uguale importanza al re e a Hamàn e aumentando la gelosia e il sospetto del re. Quando la regina accusò Hamàn, l’ira del re era già alimentata e ordinò che il malvagio venisse giustiziato subito8.

A costo della vita

Ester pensava che invitando i due uomini al banchetto privato, il re si sarebbe ingelosito e avrebbe fatto giustiziare Hamàn; se questi fosse stato eliminato, gli ebrei sarebbero stati salvi. Siccome non accadde nulla dopo il primo banchetto, li invitò per un secondo banchetto e questa volta la sua tattica funzionò (senza che ci fosse bisogno che Ester pagasse con la sua vita)9.

Imparare dal passato

Per sconfiggere Hamàn, un discendente di Amalek e nipote di Esav, Ester usò una tattica che il nostro padre Ya’acòv usò mentre stava per incontrare il fratello Esav, che voleva nuocere alla sua famiglia: egli gli mandò regali, pregò e si preparò per una possibile guerra. Così fece Ester: pregò e digiunò per tre gorni. Il primo banchetto era un regalo, e il secondo era la guerra10.

Più sono in alto, più in basso cadono

Ester aveva intenzione di elevare Hamàn, sapendo che ciò avrebbe portato alla sua caduta dal potere. Perciò invitandolo lo elevò da ministro e consigliere di fiducia a un invitato a feste private presso il re e la regina. Questa era la prima fase; nella seconda, lo elevò a un livello vicino a quello del re.

I maestri chassidici spiegano che il piano di Ester funzionò sia a livello spirituale che fisico. Come dice il profeta Ovadia: “Se ti elevi in alto come un’aquila, e se metti il tuo nido tra le stelle, da lì Io ti porterò giù, dice il Sign-re”11. Così fu: quando l’ego di Hamàn era giunto al suo apice, a quel punto era pronto per la sua caduta per mano del Re dei re12.

Così come Hashem ha salvato il popolo ebraico allora, che possiamo meritare la salvezza e la redenzione finale con l’arrivo del Mashiach presto ai nostri giorni!