Quande le acque del diluvio divennero molte e riempirono la terra, alzarono la tevà, l’arca, che iniziò a galleggiare sulla superficie delle acque.
Che lezione attuale è nascosto in questo? Il Baal Shem Tov fa notare che la parola tevà (arca) vuol dire anche “parola” in ebraico.
Sono le parole delle nostre tefillòt e della Torà che studiamo, che sono inalzate al di sopra delle acque. Quali acque? Sono le molte acque dei pensieri, le distrazioni, le esperienze umane normali e banali che comunque fanno sì che l’aspetto spirituale del nostro essere, l’anima Divina, venga oscurato e nascosto. Potremmo quindi vedere queste “acque” in una cattiva luce.
No, dice il Baal Shem Tov, proprio queste acque sono quelle che fanno salire in alto e illuminare le poche parole di Torà e Tefillà che riusciamo a pronunciare. Proprio perché vengono dette e fatte con sforzo e sacrificio, trascendono le acque, e fanno splendere la neshamà (l’anima).
Proprio come c’è scritto nella Parashà della settimana, sono le acque che fanno salire la tevà – le parole.
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