“Molte persone sono diventate leader perché la gente credeva profondamente
in loro; il Rebbe è un leader perché crede profondamente in noi”. Rav Jonathan
Sacks, rabbino capo del Regno Unito.
Sarei
diventato cinico anch’io se non avessi paura di non riuscire! Lo scetticismo si
caratterizza per la sua auto esenzione da ogni forma d’obbligo: se niente
funziona come si deve, perché tentare? Se tutti sono ipocriti, perché essere
onesti? Come si può avere fiducia in qualcuno in un mondo tanto pieno di
menzogne, dove gli ideali sono costantemente calpestati? Resi giorno dopo
giorno pessimisti e freddi dalle implacabili cronache dei mass media, siamo
spronati automaticamente a definire corrotto tutto il “sistema”; temendo
tradimenti e bugie, scappiamo a gambe levate. Meglio fuggire, tanto siamo
sicuri che tutti mentono e cercano di strumentalizzarci per il loro tornaconto.
La società li chiama hippy, dei parassiti
trasandati; il Rebbe li considera idealisti. È triste ma il pessimismo infesta
le nostre vite e le nostre anime. Si analizzano le motivazioni di qualsiasi
iniziativa con la lente d’ingrandimento, si setaccia ogni minima buona azione
per individuare ipotetici interessi personali.
Il Rebbe è l‘antidoto al cinismo. Anche il cinico più agguerrito, quello
che controlla tre volte certificati pluri-legalizzati non può impedire a se
stesso di fidarsi del Rebbe. Il pessimista più ossessivo abitato dalla più cupa
visione dell’umanità non può affermare che nessuno è sincero quando scopre
l’amore assoluto e l’attivismo indefesso del Rebbe in favore di perfetti
sconosciuti. Alcuni hanno criticato la comunità ebraica dell’ultimo secolo per
il suo apparente attaccamento al materialismo e l’arrampicamento sociale. Il Rebbbe
vi ha visto una ricerca dell’anima per trovare la scintilla divina nascosta nel
Rolex. E coloro che la società definisce hippy, il Rebbe reputa idealisti che
hanno semplicemente bisogno di rifocalizzare la loro visione romantica della
vita.
Il leitmotiv del Rebbe in base al quale ogni ebreo, ogni persona e ogni
azione sono pregni di valore cosmico si contrappone all’eterno broncio
sospettoso dello sfiduciato incurabile.
***
Il cinismo ha un parente prossimo: il sarcasmo. L’avete sicuramente già
incontrato, è un tuttologo che non ha più niente da imparare da nessuno. Si fa
scherno della sincerità e vi garantisce che le vostre sono sempre scelte
sbagliate. Ogni sua parola fa male ma, davvero, lui solo “scherza”. Il sarcasmo
è un povero tentativo di lanciare una battuta, un tentativo scevro da sagacità
e rivelatore di una nefandezza non curata. Laddove il cinismo prevede
fallimento e avidità dietro ad ogni gesto generoso, il cugino sarcasmo anticipa
la critica e il rigetto e aggredisce verbalmente per proteggersi. Il cinismo è
una strategia e il sarcasmo una tattica.
La forte fiducia del Rebbe nel valore intrinseco di ogni individuo conduce all’azione:
egli ha ridestato anime diventate autistiche a causa di Aucshwitz e ridotte
schiave dei diktat della società consumistica. In qualità di ultimo ottimista
il Rebbe è il rimedio a questa malattia e ai suoi sintomi distruttivi. Egli ha
rivelato la divinità nella trivialità e l’indispensabilità nella futilità e
nell’insignificanza.
Uno dei passatempi preferiti dei mass media è di cercare sempre il lato
oscuro delle celebrità. L’assenza di scheletri negli armadi li rende
sospette. Per contro, il Rebbe ha orientato
questa tendenza al voyeurismo nella ricerca
di spiritualità.
Così le “legioni” del Rebbe percorrono le strade armate di positività in
acciaio inossidabile. Sì, si può! Sì, si deve! Il Rebbe non ci allontana dalla
realtà e dagli ostacoli della vita. Ma con il Rebbe non siete mai scesi troppo
in basso per sapere come sorridere.
di Rav Baruch Epstein
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