Questa lettera era indirizzata a uno shochet

Anno 5710

Mi chiede se deve continuare ad essere lo Shochet in una città in cui non c’è un minian quotidiano. Non le è possibile recitare il Kaddìsh per suo padre e si rimette in questo ai suoi due fratelli. In questo modo lei potrà assicurare sussistenza alla sua famiglia e coprire i debiti contratti per la sepoltura di suo padre.

I nostri Maestri hanno in effetti permesso diverse cose per sopperire alle proprie necessità e a quelle della propria famiglia, tenendo conto anche che è preferibile che siano i suoi fratelli a recitare il Kaddish piuttosto che pagare una persona estranea alla famiglia.

E’ buona pratica che all’ora della preghiera lei dia tzedakà per l’elevazione dell’anima di suo padre e che studi Mishnà. Cerchi allo stesso modo di sforzarsi ad essere colui che, in presenza di tre uomini, recita la benedizione dopo il pasto.

Dico tutto questo perché non so fino a che punto lei rimette la sua fiducia in D-o. Se lei ha veramente fiducia e cerca in tutti i modi un modo di guadagnarsi da vivere in maniera integra, D-o le permetterà di sopperire ai bisogni della sua famiglia in una località in cui può prendere parte alla preghiera collettiva.

Tratto da “Igrot Kodesh”, Vol X Lettera n. 674

Lo Shochet seguì il consiglio del Rebbe e potè effettivamente pregare in una comunità assieme ai suoi fratelli (n.d.t.)