Si usa sollevare la kearà e farla roteare sulla testa dei convitati dicendo he lachmà aniyà. Alcuni usano recitare questa frase tre volte:

Precipitosamente uscimmo dall’Egitto.

Alcuni usano recitare anche questa frase tre volte:

Ieri eravamo schiavi, oggi siamo liberi. Oggi siamo qui, l’anno prossimo in terra di Israele liberi.

Si legge la Haggadà con gioia e trasporto, cercando di arricchirla il più possibile con commenti, spiegazioni e racconti di midrashìm.

E' questo il pane della miseria di cui si cibarono i nostri padri in terra d’Egitto. Chiunque abbia fame venga a mangiare; chiunque sia bisognoso venga a celebrare; quest’anno qui, l’anno venturo in terra di Israele; quest’anno da schiavi, l’anno venturo in terra di Israele da uomini liberi.

TSi riempie il secondo bicchiere di vino e si legge il magghìd. Si usa togliere la kearà dal tavolo per attirare l’attenzione dei bambini affinché chiedano: Ma Nishtanà? 

Ossia: Perché è diversa questa sera...?.

Perché è diversa questa sera da tutte le altre?

Perché tutte le sere non intingiamo neppure una volta questa sera lo facciamo due volte?

Perché tutte le sere noi mangiamo chamètz e matzà questa sera soltanto matzà? 

Perché tutte le sere noi mangiamo qualsiasi verdura questa sera maròr?

Perché tutte le sere noi mangiamo e beviamo sia seduti e sia adagiati, ma questa sera siamo tutti adagiati?

Si ripone la kearà sul tavolo lasciando scoperte le matzòt durante tutta la lettura, a eccezione di quando si tiene in mano il bicchiere di vino.
Schiavi fummo di Faraone in Egitto e ci fece uscire Hashèm, nostro D-o di là, con mano forte e con braccio disteso. Ma se non avesse tratto il Santo Benedetto i nostri avi dall’Egitto, noi stessi, i nostri figli e i figli dei nostri figli ancora schiavi saremmo del Faraone in Egitto. Anche se fossimo noi tutti saggi, noi tutti intelligenti, tutti noi conoscessimo la Torà, sarebbe dovere per noi narrare l’uscita dell’Egitto e chi più si dilunga nella narrazione dell’uscita dall’Egitto, costui é lodato.

Avvenne che rabbi Eliezèr, e rabbi Yehoshùa, e rabbi Elazàr figlio di Azaryà, e rabbi Akivà e rabbi Tarfòn erano riuniti a mensa a Bené Beràk e narravano l’uscita dell’Egitto durante tutta quella notte, finché giunsero i loro discepoli e dissero loro: “Maestri! giunta l’ora di recitare lo Shemà del mattino!”.

Disse Rabbì Elazàr figlio di Azaryà: “Benché io sia come un settantenne e non ho meritato che venga recitata l’uscita dall’Egitto di notte, finché non interpretò Ben Zomà come é detto: affinché tu rammenti il giorno della tua uscita dalla terra d’Egitto tutti i giorni della tua vita. I giorni della tua vita i giorni tutti i giorni della tua vita le notti. E i saggi aggiungono: i giorni della tua vita questo mondo, tutti i giorni della tua vita, allude ai giorni del Messia.

Benedetto Hashèm, benedetto Egli sia! Benedetto colui che ha dato la Torà al suo popolo Israèl, benedetto Egli sia! Di quattro [categorie] figli parla La Torà: uno saggio, e uno malvagio, e uno semplice e uno che non sa domandare.

 

Il saggio cosa egli dice: “Che cosa significano queste testimonianze, questi statuti e queste leggi che ha comandato Hashèm, nostro D-o, a voi?”. Così tu gli insegnagli i precetti di Pesach non si termina dopo il Pesach con l’Afikomàn.

Il malvagio cosa egli dice: “Che cosa significa la cerimonia questa vostra?” Vostra e non sua. E poiché si è escluso dalla generalità, rinnega l’essenziale dell’ebraismo e quindi tu rispondi duramente dicendo a lui: “A causa di ciò, operò Hashèm per me quando sono uscito dall’Egitto”. Per me e non per lui: e se fosse stato là non sarebbe stato redento.

Il semplice cosa egli dice: “Che cosè ciò?”. Tu dirai a lui: “Con forte mano ci fece uscire Hashém dall’Egitto dalla casa degli schiavi”. 

A quello che non sa formulare una domanda, parlane a lui, come è detto: “Racconterai a tuo figlio in quel giorno a lui dicendo: A causa di ciò operò Hashèm per me quando uscii dall’Egitto”. Si potrebbe credere dal primo del mese, il testo dice nel giorno quello Dal giorno quello. possibile dalla vigilia? Il testo dice a causa di ciò; a causa di ciò non ti dice altro che quando matzà e maròr sono posti dinnanzi a te.

All’origine praticavano idolatria i nostri avi, ma ora ci ha avvicinati il Santo Benedetto al suo culto, come è detto: disse Yehoshùa a tutto il popolo: “Così dice Hashèm D-o di Israèl: Al di là del fiume abitavano i vostri avi dall'antichità Tèrach padre di Avrahàm e padre di Nachòr, e adoravano divinità altre.`On that day,' however, could mean while it is yet daytime; the Torah therefore says, `It is because of this.' The expression `because of this' can only be said when matzah and maror are placed before you.

Presi vostro padre Avrahàm dal di là del fiume, e feci attraversare a lui tutta la terra di Canaàn, moltiplicai la sua discendenza e diedi a lui Yitzchàk. E diedi a Yitzchàk Yaakòv ed Essàv, e diedi a Essàv il monte Seìr in eredità a lui e Yaakòv e i suoi figli scesero in Egitto”.

Benedetto colui che mantiene la sua promessa a Israèl, Benedetto Egli sia poiché il Santo Benedetto Egli. ha calcolato il termine facendo come disse ad Avrahàm nostro padre nel Patto delle Parti, come è detto: Disse ad Avrahàm: “Sappi che i tuoi discendenti stranieri saranno in una terra non loro e saranno schiavi che asserviranno loro per quattrocento anni. Ma anche la nazione che serviranno Io giudicherà e usciranno con ricchezze grandi”.

Si coprono le matzòt e si prende il bicchiere di vino in mano:

Ed è questa la promessa ai nostri padri e a noi. Poiché non fu uno solo che insorse su di noi per annientarci, bensì in ogni generazione e generazione insorgono su di noi per annientarci e il Santo Benedetto Egli sia ci salva dalle loro mani.

Si posa il bicchiere sul tavolo e si scoprono le matzòt, finché si arriva alla parola lefichàch (perciò).

Rifletti su ciò che volle Lavàn l’arameo fare a Yaakòv nostro padre. Infatti Faraone non aveva decretato che contro i figli maschi, mentre Lavàn intendeva sradicare tutto, come è scritto: un arameo volle distruggere mio padre che poi scese in Egitto e dimorò là con poche persone e divenne là una nazione grande, potente e numerosa.

Scese in Egitto costretto dalla parola; dimorò là significa che lui non scese per insediarvisi, ma per dimorare là, come è detto: e dissero al Faraone: “A dimorare in questa terra siamo venuti poiché non c’è pascolo per il gregge dei tuoi servi, poiché la carestia essendo grave in terra di Canàan. E ora che risiedano per favore i tuoi servi in terra di Gòshen.

Con poche persone, com’è detto: in settanta anime scesero i nostri padri in Egitto, e ti ha reso Hashèm, tuo D-o, come le stelle dei cieli in moltitudine.

E divenne là una nazione grande: significa che era Israèl una nazione distinta là. Una nazione grande e potente com’è detto: e i figli di Israèl prolificarono, si propagarono, divennero numerosi e divennero molto potenti moltissimo e si riempì il paese di loro.

E numerosa, com’è detto: numerosa come l’erba dei campi ti ho reso e crescevi, divenivi grande, ti sei adornata dei più begli ornamenti, i tuoi seni sono maturati, la tua chioma si è infoltita, e prima eri nuda e scoperta. Io ti passai vicino, e vidi che ti dibattevi nel tuo sangue e dissi a te: “Per il tuo sangue vivi!”. 

E ci maltrattarono gli egizi, ci afflissero e ci sottoposero a schiavitù dura. E ci maltrattarono gli egizi, com’è detto: “Studiamo contro di lui affinché non si moltiplichi e se ci fosse una guerra, non si aggiunga anche lui ai nostri nemici, e combatta contro di noi e lasci il paese”.

Ci afflissero, com’è scritto: imposero loro esattori di tasse, con lo scopo di affliggerlo con le loro angherie. E costruì delle città come magazzini per Faraone, Pitòm e Raamsès.

E sottoposero noi a dura schiavitù, come è scritto: fecero lavorare gli egizi i figli di Israèl con molta durezza. Invocammo Hashèm D-o dei nostri padri e ascoltò Hashèm la nostra voce e vide la nostra miseria, e la nostra afflizione e la nostra oppressione.

Invocammo Hashèm, D-o dei nostri padri, come è scritto: durante gli anni molti quelli morì il re d’Egitto e gemettero i figli di Israèl per la schiavitù e gridarono, e il clamore salì da loro ad Hashèm per la schiavitù.

E ascoltò Hashèm la nostra voce, come è detto: e ascoltò Hashèm il loro gemito e ricordò Hashèm il patto con Avrahàm, Yitzchàk e Yaakòv.

E vide la nostra miseria, si tratta della separazione dei coniugi, com’è scritto: e vide Hashèm i figli di Israèl e li considerò Hashèm.

La nostra afflizione, riferito ai figli maschi, come è scritto: parlò il Faraone a tutto il popolo dicendo ogni figlio che nasce getterete e ogni figlia lascerete vivere.

La nostra oppressione, queste sono le angherie, come è scritto: e anche ho veduto l’oppressione cui gli egizi sottopongono loro.

E ci trasse Hashèm dall’Egitto con mano forte, con braccio steso, con terrore grande, con segni e prodigi.

E ci trasse Hashèm dall’Egitto, non per mano di un angelo, e non per mano di un saràf, e non per mano di un messo, bensì il Santo Benedetto, Egli nella sua gloria, lo fece, com’è detto: percorrerò la terra d’Egitto nella notte questa e colpirò ogni primogenito in terra d’Egitto, dagli uomini alle bestie, come su tutti gli dei d’Egitto eserciterò castighi Io sono Hashèm.

Percorrerò la terra d’Egitto Io e non un angelo; colpirò ogni primogenito, Io e non un saràf; e su tutti gli dei d’Egitto eserciterò castighi Io e non un messo, Io sono Hashèm, lo sono Colui e nessun altro.

Dissero i nostri saggi, la loro memoria sia benedetta: “Quando scese Il Santo Benedetto Egli sia contro gli egizi in Egitto, scesero con lui novanta milioni, fra cui angeli del fuoco, e fra cui angeli della grandine, e fra cui angeli del tremito, e fra cui angeli del brivido, e fra cui angeli del fremito, e il brivido e il fremito invadevano coloro che vedevano loro. Dissero a lui: Padrone del mondo: quando un re in carne e sangue scende in guerra dai suoi ministri e dai suoi sudditi, è circondato nella Sua gloria, mentre Tu, Re dei re dei re, il Santo Benedetto, giudice nostro, di cui noi siamo servi e loro figli del patto, lascia che scendiamo e facciamo contro di loro guerra!. Disse loro: Non mi darò pace finché scenderò Io stesso, Io nella mia gloria, Io nella mia grandezza, Io nella mia santità, Io sono Hashèm, lo sono Io e nessun altro.

Con mano potente, questa è la mortalità, come è scritto: ecco la mano di Hashèm colpirà i tuoi animali che si trovano nel campo, i cavalli, gli asini, i cammelli, i bovini e gli ovini. Sarà una mortalità terribile.

E con braccio steso, indica la spada, come è scritto: teneva sguainata in mano distesa, sopra Yerushalàyim.

Con terrore grande, questo è il manifestarsi della Presenza Divina, come è scritto: “Ha mai un D-o provato a trarre un popolo in mezzo a un popolo, facendo miracoli, segni, portenti e guerra, con mano forte e braccio steso, con terrore grande, come tutto ciò che fece per voi Hashèm vostro D-o in Egitto davanti ai tuoi occhi?”

 
Quando si inizia la lettura del brano uvotòt si prende il bicchiere di vino in mano e lo si tiene fino alla lettura del brano che inizia con Rabbì Yehudà. Giunti a dam - vaèsh -vetimròt ashàn si prende una scodella, possibilmente scheggiata, e pronunciando ognuna di queste parole, vi si versa qualche goccia di vino; si fa lo stesso per le dieci piaghe e per le parole detzàch - adàsh - beachàv; l'ultima volta si versa più abbondantemente. Opportuno togliere la kearà dal tavolo.

E con segni, si tratta del bastone, come è scritto: “E prendi questo bastone nella tua mano con cui farai i segni”.

Con portenti, questo è il sangue come è scritto: “Compirò miracoli in cielo e in terra, sangue, e fuoco e colonne di fumo”.

 Altra interpretazione: con mano forte, intende due; con braccio steso: intende due; con terrore grande: intende due; con segni: intende due; con portenti: intende due.

Queste sono le dieci piaghe che inflisse il Santo Benedetto Egli sia agli egizi in Egitto esse sono:

Sangue
Rane
Pidocchi
Bestie feroci
Pestilenza
Ulcere
Grandine
Cavallette
Oscurità
Morte dei primogeniti

Rabbi Yehudà dava per esse come segno le parole:

Detzàch
Adàsh
Beachàv

Rabbi Yossé Haghlilì diceva: “Da cosa deduci che gli egizi subirono dieci piaghe in Egitto e cinquanta sul mare? A proposito dell’Egitto è detto: i maghi dissero a Faraone: il dito di D-o!. A proposito del mare è detto: Israèl vide la mano potente con cui Hashèm aveva operato contro l’Egitto e il popolo temette Hashèm, credette in lui e in Moshé suo servo.

Quante piaghe subirono per un dito? Dieci. Dunque in Egitto subirono dieci piaghe e sul mare cinquanta”.

Rabbi Elièzer diceva: “Da cosa si deduce che ogni singola piaga che il Santo Benedetto inflisse agli egizi era composta da quattro [specie] di piaghe? Dal testo che dice: contro di essi [gli egizi] avventò il suo furore, sdegno, collera, sventura e una schiera di angeli malefici. Sdegno: una; collera: due; sventura: tre; delegazione di angeli malefici: quattro. Da qui si deduce che gli egizi subirono quaranta piaghe in Egitto e sul mare duecento”.

Rabbi Akìva diceva: “Da cosa si deduce che ogni singola piaga che il Santo Benedetto inflisse agli egizi constava di cinque [specie di] piaghe? Dal testo che dice: avventò contro di essi il suo furore, sdegno, collera, sventura una schiera di angeli malefici. Furore: una; sdegno: due; collera: tre; sventura: quattro; schiera di angeli malefici: cinque; per cui si può asserire che gli egizi patirono cinquanta piaghe in Egitto e sul mare duecentocinquanta”.

Di quanti benefici dobbiamo essere grati ad Hashèm!<BR>Se Egli ci avesse fatto uscire dallEgitto, senza punirlici sarebbe bastato

Se li avesse puniti, senza colpire i loro dei ci sarebbe bastato <BR>Se avesse colpito i loro dei, senza uccidere i loro primogeniti ci sarebbe bastato

Se avesse ucciso i loro primogeniti, senza concederci i loro averi ci sarebbe bastato

Da dove sappiamo che ci concesse i loro averi? scritto: sfruttarono l’Egitto, lo resero simile a un abisso privo di pesci. Altra versione: lo resero come una cittadella priva di cereali. Perché il versetto attribuisce maggiore importanza al bottino del mare rispetto a quello dell’Egitto? Perché presero in Egitto ciò che era nelle case, mentre presero dal mare ciò che si trovava nei depositi dei tesori, come è scritto: le ali di una colomba ricoperta d’argento, le cui punte sembrano brillare doro, si riferisce al bottino del mare. Crescevi, divenivi grande: è il bottino d’Egitto; dei più begli ornamenti: è il bottino del mare; collane doro faremo per te, si riferisce al bottino d’Egitto e con punti d’argento a quello del mare.

Se ci avesse concesso i loro averi, senza dividere per noi le acque del mare ci sarebbe bastato.

Se avesse diviso per noi le acque del mare, senza farcelo attraversare all’asciutto ci sarebbe bastato.

Se ce lo avesse fatto attraversare all’asciutto, senza sommergervi i nostri persecutori ci sarebbe bastato.

Se vi avesse sommerso i nostri persecutori, senza provvedere per quarant’anni alle nostre necessità nel deserto ci sarebbe bastato.

Se avesse provveduto alle nostre necessità per quarant’anni nel deserto, senza nutrirci con la manna ci sarebbe bastato.

Se ci avesse nutriti con la manna, senza concederci lo Shabbàt ci sarebbe bastato.

Se ci avesse concesso lo Shabbàt, senza condurci presso il monte Sinày ci sarebbe bastato.

Se ci avesse condotti presso il monte Sinày, senza darci la Torà ci sarebbe bastato.

Se ci avesse dato la Torà, senza introduci in terra di Israele ci sarebbe bastato.

Se ci avesse introdotti in terra di Israele, senza erigere per noi il Santuario ci sarebbe bastato!

Quanto maggiormente dobbiamo doppia e raddoppiata gratitudine ad Hashèm che ci trasse dall’Egitto, li punì, colpì i loro dei, ne uccise i primogeniti, ci diede i loro averi, divise per noi le acque del mare, ce lo fece attraversare all’asciutto, vi sommerse i nostri persecutori, provvide alle nostre necessità per quarant’anni nel deserto, ci nutrì con la manna, ci concesse lo Shabbàt, ci diede la Torà, ci introdusse nella terra di Israele e ci costruì il Santuario per l’espiazione di tutti i nostri peccati.

Rabban Gamlièl diceva: “Chi non ha pronunciato le tre parole seguenti [nella sera] di Pesach non ha adempiuto al suo dovere. Esse sono: <BR>Ed Erba amara
Agnello pasquale,
Azzima
ed 
Erba amara

Quando si recita il brano seguente si guarda il pezzetto di carne senza però prenderlo in mano:

Pesach. Per qual motivo i nostri avi, quando esisteva il Santuario, solevano mangiarlo? Per rammentarsi che Hashèm passò oltre le case dei nostri padri in Egitto, come è scritto: Direte: “ il sacrificio di Pesach per Hashèm, il quale passò oltre le case dei figli di Israele in Egitto, quando percosse l’Egitto mentre salvò le nostre case”. Il popolo si inchinò e si prostrò.

Si solleva la matzà e la si mostra ai convitati dicendo:

Matzà. Perché mangiamo questa matzà? Per rammentarci che la pasta dei nostri padri non ebbe il tempo di lievitare, quando il Re dei re dei re, il Santo Benedetto, si manifestò loro e li liberò immediatamente, come è scritto: dalla pasta che portarono dall’Egitto fecero focacce azzime, poiché non era lievitata, essendo stati scacciati dall’Egitto e non poterono indugiare, e nemmeno si prepararono alcune provviste.

Si mostra il maròr e si dice:
Maròr. Per quale motivo mangiamo noi questo maròr? Perché gli egizi amareggiarono la vita dei nostri padri in Egitto, come è scritto: ed amareggiarono la loro vita con lavori penosi, di malta e di mattoni, e con ogni lavoro di campo: ogni lavoro a cui li costringevano era durissimo.

In ogni generazione ciascuno deve considerare come se fosse personalmente uscito dall’Egitto, come è scritto: e racconterai a tuo figlio in quel giorno: “A causa di ciò Hashèm operò per me quando uscii dall’Egitto” in quanto il Santo Benedetto non liberò soltanto i nostri padri, ma liberò anche noi con loro, com’è scritto: ci fece uscire di là per condurci e darci la terra che giurò ai nostri padri.

Si prende il bicchiere in mano e si coprono le matzòt fino alle parole che salvò Israèle.
Per ciò siamo tenuti a ringraziare, a lodare, a glorificare, a encomiare, a esaltare, a benedire, a innalzare e a magnificare Colui che fece ai nostri padri e a noi tutti questi miracoli: ci fece passare dalla schiavitù alla libertà, dalla soggezione alla redenzione, dal dolore alla letizia, dal lutto alla festa, dalle tenebra alla grande luce. Dinanzi a lui diremo Halleluyàh.

Halleluyàh, lodate, o servi di Hashèm, lodate il nome di Hashèm! Sia benedetto il nome di Hashèm, da ora e per sempre. Da dove sorge il sole fino a dove tramonta è lodato il nome di Hashèm. Hashèm è eccelso sopra tutte le genti, sopra i cieli è la sua gloria. Chi è pari ad Hashèm, D-o nostro, che risiede così in alto, che basso guarda nel cielo e nella terra? Che solleva il misero della polvere, che rialza il povero del fango, per farlo sedere con i nobili, con i nobili del suo popolo? 

Che rende la donna sterile madre felice di figli? Halleluyàh.

Quando Israele uscì dall’Egitto, la casa di Yaakòv di mezzo al popolo straniero, Yehudà divenne suo consacrato, Israèl fu suo dominio. Il mare vide e fuggì, il Giordano si volse indietro. Perché fuggi o mare? Perché indietreggi o Giordano? Voi monti perché saltellate come arieti? E voi colline come agnelli? Dinanzi al Signore trema, oh terra, dinanzi al D-o di Yaakòv, che muta le rupe in palude, la selce in fonte d’acqua.

Benedetto Tu, Hashèm, nostro D-o, Re del mondo, che ci ha redento e ha redento i nostri padri e ci ha fatto giungere a questa sera per mangiare matzà e maròr. Così, Hashèm, D-o nostro e D-o dei nostri padri, facci giungere in pace alle future feste e ricorrenze, lieti per la ricostruzione della tua città e felici nel tuo culto e nel rinnovamento del tuo Santuario; fa che possiamo mangiare là dai sacrifici e dagli agnelli pasquali il cui sangue verrà, con tuo gradimento, asperso sulle pareti del tuo Altare. Allora ti offriremo in omaggio un canto nuovo per la nostra redenzione, per il nostro riscatto. Benedetto Tu Hashèm, che salvò Israèl.
Si beve il secondo bicchiere di vino senza recitare alcuna berachà né prima né dopo. Ciò non si applica per coloro che usano invece recitare una benedizione prima di bere ciascun bicchiere.
Rochtzà
Si lavano le mani come la prima volta, recitando però la benedizione. Tra il lavaggio e la benedizione seguente non si è autorizzati a fare alcuna interruzione.
Benedetto Tu Hashèm, nostro D-o, Re del mondo, che ci ha santificato con i suoi precetti e ci ha comandato di lavare le mani.
Non si parla fino a dopo le berachòt sulla matzà.
Motzì Matzà

Si prendono in mano le tre matzòt e si recita la berachà di Hamotzì. Si prende un pezzo della matzà posta in alto e un pezzo di quella di mezzo recitando la berachà di Al Achilàt Matzà.

La matzà viene consumata in posizione adagiata; se ne manca un pezzo lo si prende da un’altra matzà ma non dalla terza, che viene conservata per la
fase in cui si involgono il maròr e la matzà.

Gli occhi di tutti sono rivolti a Te con speranza e Tu fornisci loro il cibo a suo tempo.

Benedetto Tu Hashèm, nostro D-o, Re del mondo che fa uscire il pane dalla terra.

Benedetto Tu Hashèm, nostro D-o, Re del mondo, che ci ha santificato con i suoi precetti e ci ha comandato di mangiare la matzà.

 
Maròr

Si prende un kazàyit di maròr, lo si intinge nel charòsset e lo si mangia in posizione eretta.

Benedetto Tu Hashèm, nostro D-o, Re del mondo, che ci ha santificato con i suoi precetti e ci ha comandato di mangiare il maròr.
Korèch

Si prende un kazàyit della terza matzà e un kazàyit di maròr, li si unisce e li si intinge nel charòsset. Quindi si consuma l’involto in posizione adagiata.

Si mangia matzà e maròr senza recitare alcuna benedizione in ricordo del Santuario, sia esso riedificato ai nostri giorni, come faceva Hillèl, che li univa in un involto e li mangiava in un sol boccone, per osservare ciò che dice il versetto: lo mangeranno [l’agnello pasquale] con matzòt e merorìm.

Shulchàn Orèch

Now eat and drink to your heart's delight. It is permitted to drink wine between the second and third cups.