C'è scritto: "Mi faranno un santuario ed Io risiederò tra di loro."

"Tra di loro" significa in ognuno di Israele, poiché l'intima essenza di ogni Ebreo è un santuario dove D.o, Sia Benedetto, può risiedere.

Il luogo del santuario rimane sacro, anche nel tempo dell'esilio e della desolazione.

Nel Midrash Shemòt Rabbà, cap. 2, R. Acha dice: "La Shechinà (Divina Presenza) non si allontana mai dal posto dove c'è il muro occidentale del Tempio a Gerusalemme (il "muro del pianto"), la desolazione è limitata agli edifici.

Allo stesso modo, anche nel santuario personale dentro ogni Ebreo il fondamento è integro, chiaro, puro, limpido, come è scritto:

"Io dormo, ma il mio cuore è sveglio".

Il Midrash Rabbà spiega:

"Io dormo rispetto alle mitzvòt, ma il mio cuore è sveglio per gli atti di bontà; io dormo rispetto agli atti di tzedakà, ma il mio cuore è sveglio per compierli."

Ogni forma di desolazione spirituale (D.o ci scampi), che si trova nel popolo d'Israele, riguarda solo gli aspetti del popolo "sopra le fondamenta", come gli edifici, le fondamenta del santuario dentro ogni ebreo mantengono il loro stato di santità.