Un famoso studioso, eccezionalmente dotato, brillante e notevolmente profondo nei suoi studi, venne a Lyozna e si immerse nello studio della Chassidùt.
Grazie al suo grande talento, in poco tempo acquisì una grande e vasta conoscenza della Chassidùt.
Al suo primo yechidùt con l'Alter Rebbe gli chiese: "Rebbe, cosa mi manca?"
Il Rebbe gli rispose:
"Non ti manca nulla, poiché sei temente D.o e sei uno bravo studioso, devi solo sbarazzarti del tuo chamèz, l'ego e l'orgoglio, e far albergare in te la matzà, che è il bitùl, la rinuncia, l'annullamento di se stessi.
La persona orgogliosa, conscia delle proprie capacità, immagina di essere 'luce', e questo allontana da lui la Shechinà (presenza di D.o), poiché l' "io" dell'uomo e D.o non possono dimorare insieme.
Il termine cli vuol dire "strumento" ma anche "contenitore, recipiente", e, cioè, la persona.
Per essere utilizzato, un contenitore deve essere liberato dalle impurità attraverso un calore così intenso (il libùn, la pratica del riscaldamento di uno strumento o recipiente di metallo fino a renderlo arroventato, questo si purifica e diventa idoneo all'uso), che le 'scintille' della purificazione volano via e vengono assorbite nella vera Luce.
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