Che cos’è il Kiddùsh Levanà?

Il Kiddùsh Levanà (קִדּוּשׁ לְבָנָה), la Santificazione della Luna, è un rito che si svolge una volta al mese, durante la prima metà del ciclo lunare. Si legge la formula all’aperto, di sera (notte halachica). Si tratta di un rituale molto significativo, che consiste nella recitazione di una benedizione in ebraico, capitoli dei Salmi e altre preghiere. A queste preghiere spesso seguono danze gioiose.

Il significato della luna

Benedire la luna al momento opportuno è come salutare e accogliere la Presenza Divina.

—Talmùd, Sanhedrìn 42a

C’è un qualcosa di mistico riguardo alla luna. Nonostante che la luna abbia lo status di astro secondario rispetto al sole, l’uomo è sempre stato affascinato dalla sua brillante luce argentea e dal suo preciso ciclo di crescita e di calo. In effetti, i mesi del calendario ebraico seguono proprio le fasi della luna.

I Saggi del Talmud scrivono che il rinnovarsi della luna ogni mese ci ricorda delle meraviglie della creazione di D-o, come se la Presenza Divina nel nostro mondo, così spesso nascosta, venga a salutarci1 . Siccome il ciclo della luna è quello più visibile rispetto a quello delle altre stelle e pianeti, noi cogliamo l’opportunità del suo rinnovarsi per recitare una benedizione con la quale riconosciamo il capolavoro di tutta la struttura celeste2 . Così, una volta al mese, apriamo il libro di preghiere e parliamo alla luna. Quando vediamo la luce soave e tranquilla della luna che rinasce nel cielo notturno, recitiamo una benedizione speciale e versetti di lode, in un formulario che si chiama “Santificazione della Luna”, Kiddùsh Levanà (קִדּוּשׁ לְבָנָה).

Ecco la storia dietro a questa preghiera.

Quando si fa il Kiddùsh Levanà?

La Santificazione della Luna si fa di notte3 , quando la luna è crescente e è abbastanza luminosa da poter noi beneficiare della sua luce. La cerimonia quindi può essere svolta solo tra il giorno 3 e il giorno 15 del mese ebraico4 . (La data precisa dipende da quando la luna “rinasce”, e cambia a seconda del mese. Vedi gli orari del molàd)5 .

Non si recita la Santificazione della Luna quando le nuvole coprono completamente la luna6 . Se però c’è solo una sottile copertura di nuvole e la luce della luna è ancora chiaramente visibile7 , si recita la formula. Se si comincia a dire la benedizione e poi improvvisamente il cielo si rannuvola, si completa la formula8 .

Secondo i kabbalisti, è meglio aspettare fino al giorno 7 del mese9 . Se però si teme che il cielo sia nuvoloso per la maggior parte del mese (come a volte succede d’inverno), si può recitare la Santificazione della Luna alla prima opportunità10 .

La Santificazione della Luna è una vera occasione gioiosa, e cerchiamo di eseguirla nello spirito migliore. Nel mese di tishrì (il periodo delle feste solenni), quando trascorriamo i primi dieci giorni a pentirci dei peccati dell’anno passato, rimandiamo il rito alla notte alla fine di Yom Kippùr11 . Lo stesso facciamo nel mese di av, i cui primi nove giorni sono dedicati al lutto per la distruzione del Tempio; per santificare la luna aspettiamo fino alla notte alla fine del Nove di Av12 .

Dove si dice il Kiddùsh Levanà?

Per santificare la luna usciamo all’aperto, come se corressimo ansiosi di accogliere il re. Niente deve interporsi tra noi e il cielo, anche se la luna può essere vista solo dalla tettoia di una veranda o simili13 . Come per un ricevimento regale, il luogo in cui si svolge la cerimonia non dovrebbe avere cattivi odori14 .

In queste occasioni vogliamo essere al meglio15 , e quindi è preferibile santificare la luna in gruppo16 . Dunque, il momento migliore è all’uscita di Shabbàt (purché sia prima del giorno 10 del mese ebraico), fuori dalla sinagoga, quando siamo tutti insieme, vestiti di festa17 .

Cosa e come?

La procedura è la seguente:

Si sta in piedi sotto il cielo, rivolti verso est e leggendo dal libro di preghiere18 .

  • Cominciamo a recitare i primi sei versetti del Salmo 148, che offre lodi a D-o per la luna, le stelle e i cieli, “Poiché Egli comandò, ed essi furono creati”.
  • Dopo di ciò, uniamo i piedi, guardiamo la luna e recitiamo la benedizione: “… Egli diede loro una norma e un tempo fissi, così che non deviino dal loro compito […] Benedetto sii Tu, Sign-re, che rinnova i mesi”19 .
  • A questo punto solleviamo i talloni tre volte20 , poi ci rivolgiamo alla luna, per così dire: “Benedetto sia Colui che ti ha fatto; benedetto sia Colui che ti ha formato […] Come io balzo verso di te ma non posso toccarti, così possano tutti i miei nemici essere incapaci di toccarmi per nuocermi …”. Per dare enfasi a questi concetti ripetiamo questo paragrafo (e alcune frasi successive) tre volte, e all’inizio di ciascuna volta ci solleviamo tre volte per stare sulle punte.
  • Poi ci concentriamo sul significato più profondo del ciclo lunare: “David, Re di Israele, vive e perdura”. Il regno di David è paragonato alla luna; anche se ha perso la maggior parte della sua radiosità, sarà ripristinato nella sua piena gloria al tempo di Mashìach21 .
  • Dal momento che abbiamo appena finito di parlare dei nemici, auguriamo pace a coloro che sono pacifici. Ci rivolgiamo a tre congreganti e auguriamo loro pace: “shalom alechem”, e loro ci augurano a loro volta pace: “alechem shalom”22 .
  • Ispirati dalla gioia di accogliere la Presenza Divina, esclamiamo tre volte “Possa questo essere un buon segno e un buon auspicio per noi e per tutto il popolo di Israele”. Anche per questo motivo salutiamo chi ci sta intorno, poiché la gioia è più grande quando è condivisa con gli altri23 .
  • A questo punto recitiamo due versetti del Canto dei Cantici (2:8-9) che si concludono descrivendo D-o che “guarda dalle finestre, scruta dalle fessure”, come la luce della luna fa in una notte limpida.
  • La protezione di D-o onnipresente viene descritta ancora nel successivo Salmo che recitiamo (121): “Il sole non ti farà del male di giorno, né la luna di notte […] Il Sign-re ti proteggerà quando esci e quando vieni, da ora e per sempre”.
  • Quindi ripetiamo le parole del Re David (Salmo 150): “Lodate D-o nella Sua santità, lodateLo nel firmamento della Sua potenza […] Che ogni (creatura che ha) anima lodi il Sign-re”.
  • A questo segue un passo del Talmud che descrive la Santificazione della Luna: “Fu insegnato nell’Accademia di Rabbi Yishmaèl: Anche se Israele non ha meritato nessun privilegio se non di accogliere suo Padre in Cielo una volta al mese, questo sarebbe sufficiente per loro…”.
  • Ora si recita il Salmo 67, che veniva detto nel Tempio, che descrive il fatto che i miracoli di D-o porteranno tutti i popoli a riconoscerLo e lodarLo: “I popoli Ti riconosceranno […] I popoli si rallegreranno e canteranno di gioia, poiché Tu giudicherai la gente con equità e guiderai i popoli sulla Terra per sempre”.
  • Concludiamo con la preghiera di Alènu, nella quale diciamo che i popoli del mondo “si inchinano alla vanità e alla nullità, ma noi pieghiamo le ginocchia, ci inchiniamo e offriamo lodi al supremo Re dei Re…”. Questa preghiera sottolinea il fatto che la benedizione che diciamo sulla luna non è in nessun modo una forma di idolatria24 .
  • Se vi sono dieci uomini adulti che formano un minyàn, si recita il Kaddìsh Yatòm.

Quando abbiamo concluso, balliamo, come a un matrimonio25 .

La riconoscenza e la redenzione

Uno dei temi impliciti della Santificazione della Luna è la nostra riconoscenza a D-o per tutto ciò che Egli ci dà. Come la luna, il destino del popolo ebraico ha conosciuto momenti di “crescita” e momenti di “calo” nel corso della storia, eppure siamo ancora qui a raccontarlo. Santificare la luna quando appare nel cielo è un modo per rinnovare la nostra fede nella costante presenza di D-o nella nostra vita, e riaffermare la consapevolezza che tutto ciò che Egli fa, alla fine è per il nostro bene.

Durante il Kiddùsh Levanà, preghiamo per il tempo in cui il popolo ebraico sarà ringiovanito come la luna. Dire questo all’aperto, con i vestiti di Shabbàt, è una manifestazione del nostro desiderio per la Redenzione e perfino un atto che accelera l’effettiva Redenzione26 .