Nel mussàf di Sheminì `Atzèret si comincia a recitare la preghiera in cui si loda Hashèm per la pioggia. La vera e propria richiesta per la pioggia, invece, comincia solo due settimane dopo, il 7 di Kheshvàn; infatti si voleva permettere a tutti quelli che erano affluiti a Yerushalayim per la festa di tornare a casa senza gli inconvenienti che la pioggia causa a chi è in viaggio; due settimane sono il tempo massimo per raggiungere qualsiasi posto in Èretz Israèl. Fuori da Israele si inizia a pregare per la pioggia dalla notte del 4 o del 5 dicembre perché la diaspora segue l'uso di Bavèl (Babilonia) che, essendo in pianura, ne ha meno bisogno.

La parola `Atzeret deriva dal verbo `atzàr che significa "fermare, raccogliere". Alla fine delle feste, infatti, bisogna "fermarsi e raccogliere", ovvero riflettere sui tesori spirituali accumulati durante questo periodo. In questo senso Sheminì `Atzèret è un momento che fa da ponte, da tramite per unire le feste con il resto dell'anno.