La porzione di Torà relativa alla parashàt Parà, che parla della vacca rossa, si legge il sabato immediatamente precede quello in cui si legge la porzione relativa alla parashat Hachodesh. Così se Rosh Chodesh (il Capomese) nissan capita di sabato – e in tal caso la porzione di parashat Hachodesh si legge dopo – la parashat Parà si legge nell’ultimo sabato del mese di adar, mentre se Rosh Chodesh nissan capita in un giorno feriale, la porzione di parashat Hachodesh si legge nell’ultimo sabato del mese di adar e la parashat Parà si legge nel penultimo.

Secondo alcune opinioni la lettura del brano relativo a parashat Parà è un precetto della Torà, come la lettura della parashat Zachòr, perciò è buona norma durante la lettura di questo passo seguire le medesime regole dette riguardo a quella.

La ragione per cui tale porzione della Torà si legge comunque prima dell’inizio del mese di nissan è per ricordare a coloro che si erano resi impuri tramite il contatto con un cadavere la necessità di purificarsi, al fine di essere in grado di portare il sacrificio di Pesach nel tempo opportuno.

I Maestri stabilirono di effettuare tale lettura in un lasso di tempo sufficientemente precedente a Pesach per dare modo a coloro che vivevano fuori da Gerusalemme di ricordare la necessità di purificarsi tramite la cenere della vacca rossa e di provvedere.

Sebbene il Santuario di Gerusalemme sia stato distrutto a causa dei nostri peccati e non ci sia più possibile portare i sacrifici né effettuare il rituale di purificazione – fatto al fine di consumare il cibo santificato – tuttavia è necessario conoscere tutto il rito di purificazione e studiarne i precetti nel tempo stabilito. Facendo così è come se noi ci purificassimo e ci preparassimo a offrire il nostro sacrificio.

Il Talmud Yerushalmi dice che la parashat Hachodesh deve essere letta prima di quella relativa a Parà, perché il Tabernacolo fu inaugurato il primo giorno del mese di nissan, mentre la parà adumà (la vacca rossa) fu preparata nel secondo giorno del mese. Tuttavia oggi si legge prima la parashat Parà perché tratta della purificazione del popolo di Israele, che permette di portare il sacrificio di Pesach nel tempo appropriato.