Da un Sichà di mio padre:
Chassidùt richiede di lavare la propria carne (in ebraico, et b'ssarò) con acqua, e vestirsi in essi (negli abiti sacerdotali).
L'elemento intellettuale della Chassidùt deve pulire accuratamente la carne lavandone via le abitudini.
Le abitudini sono accennate dalla parola "et" ("e") nel versetto citato, che significa "ciò che è accessorio alla carne", ovvero le abitudini sviluppate dal corpo, solo dopo averle lavate via ci si potrà vestire nelle "vesti sacre."
Riflettendo Chassidùt, discutendo Chassidùt, e con la pratica dei Chassidìm di meditare prima delle tefillot, questi sono "indumenti sacri," indumenti che sono stati dati dalle altezze della Santità.
Ma è la persona stessa che deve prima "lavare il suo corpo nell'acqua".
Le vesti dell'anima sono date all'individuo dall'Alto. Ma il lavare via "le parti accessorie" non salutari che derivano dalla natura del corpo, e rendere il corpo stesso "carne di santità", questo si ottiene esclusivamente tramite i propri sforzi.
Questo è ciò che richiede Chassidùt; è per questo ideale che il nostro grande Maestro (l'Alter Rebbe) si dedicò totalmente e disinteressatamente, aprì il canale di devozione totale, di sacrificio, per servire D.o attraverso la preghiera, per essere attaccati a Lui, all'Essenza del En Sof, l'Infinito Hashem, la Chassidùt pone il Chassid faccia a faccia con l'Essenza del En Sof, Sia Benedetta.
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