L’introduzione di Maimonide al Sefer Hamitzvòt.

Nella sua introduzione al Libro delle Mitzvòt, Maimonide delinea lo scopo che ha prefissato con la stesura di questa sua opera.

È scritto nel Talmùd, alla fine del trattato Makòt che ci sono 613 precetti biblici, 248 mitzvòt, comandamenti positivi ovvero mitzvòt che richiedono un azione da parte nostra e 365 comandamenti negativi, azioni proibite. Le 248 mitzvòt positive corrispondono ai 248 arti del corpo umano e ogni arto, per così dire, richiede l’osservanza di un precetto. Le 365 mitzvòt negative invece, corrispondono ai 365 giorni dell’anno solare e ogni giorno ci ingiungono a non trasgredire una proibizione al giorno.

Ora, il Talmùd cita precisamente questi numeri, ma non include una lista dettagliata. Per cui, diverse persone, molti dei quali hanno vissuto prima di Maimonide, hanno tentato di stilare un elenco delle mitzvòt ma ogni lista era diversa.

Nella sua prefazione al Sefer Hamitzvòt, Maimonide offre quattordici principi guida che ci aiutano a capire quali precetti della Torà sono inclusi nel conteggio e quali sono esclusi. Egli cita questi principi nel testo, mostrando come arriva ai numeri 248 e 365.

Maimonide spiega nella sua introduzione che lo scopo del Sefer Hamitzvòt non è di spiegare o approfondire i precetti. Nel caso raro quando delinea i dettagli di una mitzvà, è semplicemente per segnalare a quale mitzvà si sta riferendo. L’unico obiettivo è di elencare i precetti biblici e di spiegare perché alcuni precetti sono inclusi nel conteggio e altri non lo sono.

Seguono i quattordici precetti, che verranno spiegati nel capitolo seguente.

1. Non includere precetti Rabbinici in questa lista.

2. Non includere leggi che derivano da uno dei Tredici Principi dell’esegi della Torà.

3. Non contare mitzvòt che non sono obbligatorie per tutte le generazioni.

4. Il conteggio non include direttive omnicomprensive.

5. Il motivo per una mitzvà non è un conteggio a parte.

6. Una mitzvà che include aspetti positive e negative viene contata come due mitzvòt.

7. Non sono inclusi nel conto i diversi modi nel quale la mitzvà viene applicata.

8. Non contare affermazioni negative nella lista di precetti proibiti.

9. Non contare le volte che un comandamento è menzionato nella Torà, ma solo l’atto proibito o comandato.

10. Non contare un’azione preliminare come una mitzvà a sè.

11. Se una mitzvà è composta da diverse parti, non contarle separatamente.

12. Quando c’è un comandamento di fare una certa azione, non contare ogni azione separatamente.

13. Non sono inclusi i giorni nel quale una mitzvà viene fatta.

14. Non si contano le punizioni per ogni trasgressione.