Rabbi Yosef Yitzchak Schneerson – il Rebbe precedente – citava il Baal Shem Tov, secondo il quale tutto ciò che un ebreo sente o vede è un segno della Divina Provvidenza e ne deve ricavare un insegnamento per il suo servizio Divino. Questo vale anche, e forse ancor di più, quando capita di ascoltare o vedere qualcosa “per caso”.

In realtà non ci sono casualità poiché ogni cosa al mondo, dal muoversi di una foglia alle vicende della vita individuale, è guidata dalla Divina Provvidenza. Il concetto si applica anche al campo professionale: ognuno ha una lezione da imparare dalla natura del lavoro che svolge.

Una persona che come lavoro assembla e scompone parti meccaniche può trarne il seguente insegnamento. Qualsiasi macchinario è composto da diverse parti e non ve ne sono di più importanti e meno importanti; vi sono anche parti che ad un occhio esterno sembrano non avere nessun nesso con l’apparecchio. L’ingegnere che ha progettato il macchinario, però, conosce esattamente la funzione di ogni singolo elemento e di come una minuscola vite agisca per il funzionamento dell’apparecchio.

Una persona potrebbe dire: “perché devo per forza seguire le istruzioni dell’ingegnere? Faccio come mi sembra che vada bene; ad esempio, queste minuscole viti secondo me non servono e se ne può fare a meno; invece va inserita una vite da un’altra parte”. Questa persona non ha nessuna idea di come l’apparecchio funzioni ed il suo approccio porterà soltanto al malfunzionamento del macchinario.

La stessa idea si può applicare alla creazione del mondo ed al compimento dei precetti Divini. Soltanto osservando le 613 mizvòt ed i sette precetti rabbinici si può stabilire un legame con D-o. Se una persona sottrae o aggiunge un precetto di sua iniziativa, crea una componente difettosa e fa crollare tutto il rapporto con il Sign-re.

Ogni singolo dettaglio dell’esistenza ha una precisa funzione nel piano Divino.

Quando, ad esempio, un ebreo va ad abitare in un’altra città in cui deve svolgere una nuova mansione, egli si potrebbe chiedere: “questa città esisteva anche prima che vi arrivassi io, perché ora che sono qui mi viene chiesto di cambiare le cose e fare qualcosa di diverso?” In questo caso egli dovrebbe pensare che il suo approccio è come quello della persona che ignora le istruzioni dell’ingegnere meccanico, poiché anche queste vicende sono decise e pianificate da D-o nei minimi dettagli. È vero che fino a poco tempo fa non c’era bisogno che questa persona abitasse in quella città e di conseguenza non era tenuto a svolgervi nessuna missione. Ora però il S-gnore ha fatto in modo che egli si trovasse in quel centro abitato e ciò di per sé prova che quella città ora ha bisogno di quella persona e del suo lavoro, e che quindi è necessario che vi si rechi per compiere la sua missione.

Di Rabbi Joseph Ginsburg and Prof. Herman Branover, per gentile concessione di Chabad.org