Nel 1978 ricevetti un invito a tenere una conferenza su “Il precetto della carità” in un congresso dove tutti i partecipanti erano vescovi e preti. Non sapendo se accettare o meno, telefonai al segretario del Rebbe chiedendo il parere del Rebbe in merito. Il segretario mi richiamò dopo qualche minuto dicendomi: “Il Rebbe chiede se il congresso ha lo scopo di confrontarsi tra religioni diverse, oppure solo per avere varie ottiche sulla carità”. Risposi che ero convinto che non vi sarebbe stato nessun confronto tra religioni e il segretario allora mi disse: ”Il Rebbe dice di accettare l’invito, poiché potrebbe capitare che tra il pubblico ci siano degli ebrei ed è importante che sentano il parere dell’ebraismo sulla Tzedakà. Inoltre il Rebbe consiglia di parlare dell’importanza di donare di nascosto, raccontando la famosa storia del ‘Tosfot Yom Tov’, Rabbi Yom Tov Heller, rabbino capo di Praga nel 17° secolo”.

Mi sentii molto sollevato e a mio agio, sapendo che il Rebbe aveva acconsentito alla mia partecipazione al congresso suggerendomi addirittura di cosa trattare.

Qual è la storia del ‘Tosfot Yom Tov’? Ve la racconto in breve.

Siamo nel ghetto ebraico di Praga, dove sorgeva un'abitazione molto lussuosa appartenente a Pinchas, un uomo molto ricco, forse il più ricco della comunità. Egli veniva considerato da tutti un uomo avaro che non dava mai nulla a chi gli chiedeva aiuto; era persino soprannominato ‘Pinchas il taccagno’.

Un giorno e ‘Pinchas il taccagno’ morì. Nessuno prese a cuore la sua morte e solo poche persone parteciparono al funerale; fu seppellito nell'area del cimitero assieme ai ladri e alle persone che erano state disoneste in vita.

Una settimana dopo, davanti alla porta del Rabbino di Praga - Rabbi Yom Tov Heller - giunsero decine di persone povere che chiedevano aiuto al Rabbino. Rabbi Yom Tov chiese ai poveri come mai non si fossero mai presentati fino a quel momento, ed essi risposero che i negozianti avevano sempre accettato di fare credito, mentre ultimamente si stavano sistematicamente rifiutando. il Rabbino si recò allora all'improvviso dai negozianti per controllare cosa stesse succedendo. Quando i negozianti spiegarono le loro ragioni il Rabbino si fece bianco in volto dallo spavento: "Era Pinchas che di nascosto pagava tutti i loro debiti, ma ci ha fatto giurare di non dire mai a nessuno che era lui a pagarli!"

Rabbi Yom Tov decise di radunare tutta la comunità per raccontare chi si nascondesse realmente dietro a 'Pinchas il taccagno', e quando gli ebrei sentirono le parole del loro Rabbi, scoppiarono tutti in lacrime di vergogna per il modo in cui avevano trattato Pinchas.

Per rimediare, Rabbi Yom Tov disse di voler essere seppellito accanto a Pinchas in modo tale da dargli il dovuto rispetto.

Tornando alla mia vicenda personale, andai alla conferenza, parlai a lungo della Tzedakà e raccontai la storia di Rabbi Yom Tov al pubblico dei preti, come il Rebbe mi aveva consigliato di fare. Finita la conferenza il pubblico non riusciva a smettere di applaudire e, una volta sceso dal palco, mi si avvicinò un giovane prete per chiedermi la data esatta della storia: gli risposi che era ambientata nella Praga di circa 350 anni fa. Mi ringraziò e tornò a sedersi.

Quella stessa sera, poco dopo che ero rientrato in albergo, qualcuno bussò alla porta della mia stanza: era il giovane prete della conferenza. Stupito, lo feci entrare, e subito mi cominciò a fare diverse domande sulla storia, facendomela persino ripetere in tutti i suoi dettagli... alla fine disse: "Io sono un pronipote di quel Pinchas...", dentro di me cominciai a sospettare che il ragazzo avesse qualche problema serio, "....mia madre si sposò con un cattolico e io fui allevato in una casa cattolica. Mia madre mi nascose il fatto di essere ebra fino al suo ultimo giorno. Solo poco prima di morire mi disse di essere ebrea e che la nostra famiglia discende da un famoso ebreo ricco che fu sepolto vicino al Rabbino capo di Praga 350 anni fa...". Le parole del giovane prete mi pietrificarono. Ero talmente scioccato che non riuscii a dire una sola parola, e il prete se ne andò salutandomi.

Sette anni dopo mi trovavo al muro del pianto a Gerusalemme e mi si avvicinò un uomo con la kippà e la barba: "Ti ricordi di me?" disse.

Gli chiesi se fosse sicuro di non essersi confuso con un'altra persona. "Sono il prete, non ti ricordi?". Mi venne la pelle d'oca; quando poi mi raccontò che quella sera sentendo la storia del suo antenato decise di tornare al suo ebraismo, cominciai a stupirmi per quanto lontano potesse vedere il Rebbe dandomi quel consiglio di raccontare la storia di Rabbi Yom Tov.

A conclusione di tutta la vicenda, qualche anno fa ho scoperto di essere un pronipote di Rabbi Yom Tov Heller...

da un racconto vero di Rav Shochet