Per ottenere successo negli affari occorre essere affiancati da un buon contabile. Tale principio è valido anche per la vita di tutti i giorni. La maggior parte di noi è tanto indaffarata con le occupazioni quotidiane che ignora la ragione della sua esistenza e tantomeno gli scopi delle sue occupazioni per le quali s’impegna anima e corpo e a tempo pieno. Purtroppo, prima o poi, appaiono immancabilmente ad ogni essere umano situazioni difficili che lo inducono ad auto interpellarsi: «Cosa è stata la mia vita fino ad ora ?».

Fortunatamente, noi figli d’Israele non dobbiamo affrontare sgradevoli circostanze per conoscere l’obiettivo della nostra vita. La Torà ce lo spiega chiaramente: l’uomo aspira soltanto ad amare il Signore, a connettersi a Lui, a soddisfare le necessità della sua anima e ad elaborare programmi che gli permettano di adorare sinceramente il suo Creatore.

Lo ripetiamo due volte al giorno nello Shemà Israel tratto dal Pentateuco: «D-o è Uno e devi amarlo con tutti i tuoi mezzi». Questo versetto è peraltro scritto sulla Mezuzà irremovibilmente affissa sugli stipiti delle nostre case e quindi intrascurabile dal nostro subconscio. Al fine di capire cosa speriamo da noi stessi, dovremmo semplicemente usare il nostro intelletto. Pertanto, interroghiamoci insistentemente: “Come devo agire per amare Hashem? Perché sono stato creato? Perché sono nato? Come devo comportarmi per ottenere i risultati richiestimi?”. Nel suo trattato di morale ebraica «La Voce dei Giusti», Rabbi Moshè Haim Luzzato scrive : «La base di ogni buona azione e del vero Servizio Divino è che l’uomo deve sapere qual è il suo scopo in questo mondo».

Se una persona è edotta dell’ubicazione della sua meta, vi giungerà senza dubbio, altrimenti rimarrà ad vitae aeternam in uno stato di perenne confusione. È il denominatore comune del libero arbitrio concesso a tutti gli esseri umani. Ogni anno a Rosh Hashanà mettiamo in moto il nostro ingegno con quesiti esistenziali di cruciale importanza. Il mezzo più sicuro per non fallire la nostra permanenza sulla terra è il Cheshbon Nefesh da cui siamo dipendenti per compilare l’inventario del nostro operato.

Pertanto, ogni sera, prima prima di coricarci, dovremmo far sfilare davanti a noi la lista delle azioni eseguite durante la giornata. Questo approccio ci permetterà di essere più produttivi il giorno seguente. E queste sono le domande che dovremmo porci ogni sera: -Cosa ho fatto di buono oggi? – Ho ottenuto quanto mi ero prefissato? - Come intendo migliorare domani? – Quali sono i miei punti forti e quali i punti deboli? - A quanto ammonta il ricavato e a quanto le perdite?- A che punto sono con i miei progetti a lungo termine ? - Quali sono gli elementi che mi impediscono di progredire?

Rileggendo la lista dobbiamo tenere bene a mente che gli errori sono il Nemico. Questi si presenta sotto le spoglie dei nostri difetti: la pigrizia, la gelosia, la tristezza, il cattivo umore e via dicendo. È necessario individuare il nostro tallone d’Achille e attingere da tutte le nostre risorse mentali per indebolirlo. Se, rivedendo con costanza l’elenco da noi stessi stilato, notiamo che la nostra stupidità ci sconcerta, ciò ci spronerà ad apportare gli adeguati accorgimenti al nostro a t t e g g i a m e n t o . A Rosh Hashanà applichiamo quanto sopra per l’anno intero, dichiarando innanzi al Signore i nostri buoni propositi per l’anno che si annuncia. L’addestramento quotidiano al Cheshbon Nefesh agevola l’esercizio da svolgere a Capodanno. Ognuno di noi deve prendere le sue responsabilità perché nessuno lo farà in nostra vece e deve inoltre ricordare che siamo stati creati secondo l’Immagine di D-, provvisti quindi degli strumenti per conquistare le vette più alte.

Ancora una volta, per ottenere successo da quest’impresa, è vitale chiederci “Qual è il motivo del mio passaggio in questo mondo?” Lo Shofar suona come una sveglia mattutina. Possiamo scegliere di svegliarci con domande pertinenti oppure dormire vita natural durante. Per quanto riguarda riguarda il Disegno Divino, l’Onnipotente non desidera altro da noi che ci destiamo e che viviamo!