Risposta: Durante i giorni solenni di Rosh Hashanà e Yom Kippùr avremo tutti sicuramente preso delle risoluzioni positive per migliorare noi stessi durante l’anno nuovo. Ma siamo effettivamente cambiati? Se abbiamo promesso di frenare i nostri scatti d’ira, di diventare più generosi, di andare in sinagoga più spesso o di abbandonare un vizio particolare, ecco, è molto più facile a dirsi...che farsi. Molto spesso una risoluzione sincera presa rapidamente viene dimenticata altrettanto in fretta.

Una delle ragioni è la nostra tendenza a considerare separatamente separatemente o separatamente? -Chabadofrome 9/8/09 3:50 PM i diversi aspetti della nostra personalità e della nostra vita. Le nostre personalità sono infatti spesso divise: una parte di noi desidera sinceramente migliorare e crescere, mentre l’altra parte è pigra e compiaciuta di se stessa. La mente dice una cosa mentre il cuore sente diversamente. L’anima ha buone intenzioni ma il corpo interferisce.

La soluzione per questo dilemma eterno: entrare in Sukkà. Quando si entra nella Sukkà vi si entra con tutto il proprio essere – ovvero con il proprio corpo e con l’anima, con il cuore e con la mente. Infatti questa è una delle poche mitzvòt che si compiono con tutto il corpo e l’anima. L’esperienza di Sukkòt è quindi sinonimo di completezza, ed è proprio quando si porta l’intero io in uno spazio sacro che le risoluzioni fatte a Yom Kippùr possono essere effettivamente realizzate.

Rav Aron Moss, per gentile concessione di Chabad.org