Il digiuno del 10 di Tevet ricorda l’inizio della distruzione del Beth Hamikdash (il santuario di Gerusalemme) e, contestualmente, il principio della lunga diaspora del popolo ebraico. Purtroppo dopo la distruzione del Santuario il popolo ebraico ha continuato a subire persecuzioni, stermini e pogrom, fino a giungere alla tragedia del nostro secolo, la Shoà. Ancora oggi, in un'epoca in cui regnano innovazione ed avanzamento tecnologico, in cui il progresso inarrestabile contribuisce a rendere la vita migliore, ci troviamo ad affrontare nemici che negano il nostro passato di sofferenza, che sostengono che il trascorso, gli eccidi subiti dal popolo ebraico solamente 60 anni fa, sono un'invenzione frutto della mania di persecuzione ebraica.
Molti cercano spiegazioni per l’accaduto nella Shoà. Come si può spiegare 6.000.000 di ebrei, popolo prediletto di D-o, portati nei forni crematori?! Come possiamo comprendere il destino di un milione di bambini che furono uccisi con delle orribili torture e sofferenze?
In verità la domanda non è solo sulla Shoà ma su tutte le persecuzioni e torture che gli ebrei hanno passato sulla loro pelle durante tutta la storia. Ebrei uccisi e torturati senza ragione a partire dall’egitto, continuando con la distruzione del Beth Hamikdash, dove molto sangue fu versato, proseguendo con l’inquisizione spagnola, fino ad arrivare agli attentati sugli autobus in Israele.
Provare a dare una motivazione razionale a tutto ciò è impossibile, come lo è spiegare l’antisemitismo razionalmente, l’odio dei popoli verso di noi è la fonte della sofferenza e delle torture, e siccome non capiamo lo scopo della sofferenza, non siamo in grado nemmeno di spiegare l’odio, ma non vuol dire che se non siamo in grado di spiegare, non ci sia uno scopo. Questo è un punto in cui dobbiamo avere un umiltà assoluta davanti a D-o, come scritto “Poiché i miei pensieri non sono i vostri, le vostre strade non sono le mie….come il cielo è elevato rispetto alla terra, così le mie strade sono elevate dalle vostre e i miei pensieri dai vostri”. Questa è l’umiltà richiesta davanti a degli avvenimenti incomprensibili, riconoscere i nostri limiti umani che ci impediscono di capire le strade divine ed i suoi pensieri.
Nonostante tutto ciò, noi crediamo che la sofferenza abbia sempre uno scopo, quando verrà il momento giusto, Mashiach si rivelerà, D-o allora ci farà capire lo scopo dei patimenti e della diaspora, che hanno fatto nascere questa tanto lunga attesa della venuta imminente del Mashiach.
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