I Saggi si domandano: "Qual è il nome di Mashiach?" e rispondono "Il lebbroso della Casa del Rebbe". Mashiach inizierà la Redenzione ed è associato al culmine della vita e della vitalità. Come può quindi il suo nome essere legato alla lebbra (tzaraat), che viene identificata con morte ed esilio?
Nel Likkutei Torà è scritto che una persona colpita da tzaraat sarà un uomo di alta statura, di perfezione completa. Anche se tale persona ha già corretto tutto, è ancora possibile che si trovino sulla sua carne dei bassi livelli in cui il male non è stato debellato. Come conseguenza avrà dei segni fisici sulla sua pelle, in una maniera che trascende l'ordine naturale...
Queste imperfezioni rispecchiano livelli molto alti: esse non sono considerate impure finché non vengono riconosciute come tali da un sacerdote. Il passo implica che ci sono influenze spirituali sublimi che, a causa della mancanza di recipienti appropriati, possono produrre effetti negativi. Quando la potente energia viene liberata senza essere incanalata, può provocare un danno. Questo è il motivo della tzaraat, con cui Mashiach viene colpito.
IL CARICO DI MASHIACH
Poiché il bene è eterno, mentre il male è solo temporaneo, il livello spirituale del nostro popolo è in costante crescita. Una grossa cisterna di bene è stata riempita nei secoli. Il popolo ebraico vive oggi nel periodo di Ikveta diMeshicha, gli anni in cui i passi di Mashiach si sentono avvicinarsi e nel quale ha raggiunto il livello di perfezione menzionato in Likkutei Torà. Tuttavia ci sono ancora delle macchie di male "sulla superficie", perché il mondo è ancora deturpato da ingiustizia e conflittualità. In questo modo, la luce della Redenzione non può ancora manifestarsi; questo si riflette nelle macchie di lebbra che colpiscono Mashiach stesso.
VALORE POSITIVO
Il passo precedente non mostra perché la sofferenza è identificata con Mashiach. Il nome di Mashiach, chiunque egli sia, deve avere un valore positivo. Come già spiegato, le macchie di lebbra riflettono "livelli molto alti", essendo la loro fonte di luce trascendente spirituale. Tuttavia, per manifestare questa luce in maniera positiva, sono necessari dei recipienti adatti. La sofferenza di Mashiach porterà a un raffinamento finale nel mondo, rendendolo un recipiente adatto per la rivelazione del suo potenziale trascendentale. Il catalizzatore necessario per portare questa rivelazione è perciò associata al nome di Mashiach.
IL NOME DELLA PARASHÀ
Metzorà significa "lebbroso". Si potrebbe pensare che il nome di una parashà dovrebbe essere associato a una parola di valore più positivo. Inoltre nelle opere dei primi Saggi Rabbini, Rav Saadia Gaon, Rashi e Rambam, è stato usato il nome "Zos Tihiyeh" (Questo vivrà) per riferirsi alla parashà.
Solo nelle ultime generazioni si è usato il nome Metzorà. La spiegazione è che in queste ultime generazioni si sono formate delle incrinature nel muro dell'esilio e attraverso di esse brilla la luce di Mashiach.
ATTRAVERSO LO STUDIO
La parashà comincia con la descrizione del processo di purificazione a cui è sottoposta una persona colpita da tzaraat, dicendo: “Queste sono le leggi del Metzorà”. Focalizzando l'attenzione su “Torat haMetzorà” (le leggi del Metzorà) e non su “Taharat haMetzorà” (la purificazione del Metzorà), viene fatta un' allusione a un concetto fondamentale.
Lo studio della Torà crea dei recipienti umani che permettono alla luce, anche quella più sublime, di essere accettata e interiorizzata nel nostro mondo. Attraverso lo studio della Torà, l'influenza trascendentale della tzaraat può essere incanalata in una forza positiva. Similarmente riguardo a Mashiach: lo studio degli insegnamenti su Mashiach ne affretta la rivelazione, attirando la sua influenza nel nostro mondo.
Likutè Sichòt
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